Liabel annuncia licenziamento collettivo di 19 dipendenti a Biella. Resta aperto e operativo lo storico negozio
L'azienda (in mani israeliani) non intende ricorrere ad ammortizzatori sociali. Mercoledì 5 aprile primo incontro con i sindacati
Una riduzione di organico di 19 dipendenti sugli attuali 32, con la delocalizzazione delle attività produttive in un sito francese del gruppo. E' il futuro sempre più fosco di Liabel, storico brand di maglieria e abbigliamento, da 170 anni leader in Italia, nato a Biella e dalla vita travagliata. I 19 esuberi sono stati comunicati ai lavoratori venerdì mattina nel corso di una drammatica assemblea.
Resta operativa la parte commerciale con il negozio-spaccio di via Salvo D'Acquisto
I nuovi tagli di organico riguarderanno tuttavia la parte produttiva dello stabilimento di via Salvo d'Aquisto e in parte uffici e logistica. Resta invece operativo lo spaccio aziendale, lo storico negozio-spaccio attiguo allo stabilimento, in via Padre Greggio, dove vengono venduti i capi di maglieria e abbigliamento prodotto e commercializzato dal Liabel e dai marchi collegati.
Ad annunciarlo, venerdì mattina, ai lavoratori in assemblea sono stati i sindacati dopo un incontro con i vertici del Gruppo rilevato a suo tempo dal brand francese Eminence, poi passato sotto il controllo del colosso israeliano Delta Galil. Nei prossimi giorni (il primo è fissato per questo mercoledì 5 aprile) sono previsti incontri tra sindacati e azienda per cercare di limitare i tagli o quantomeno tentare il ricorso agli ammortizzatori sociali per i 19 dipendenti licenziati