Le “Grandi Ceramiche” al Macist

Le “Grandi Ceramiche” al Macist
Pubblicato:
Aggiornato:

BIELLA - Una civiltà purtroppo senza ideali e sommersa dai rifiuti del consumismo. È la denuncia che diventa materia, lavorata con senso dell’ironia, nelle opere irridenti dei due tra i più grandi artisti della scultura ceramica contemporanea, ovvero Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni. Insigniti del Premio Margherita Hack 2015, che viene assegnato a personalità che si sono particolarmente distinte nel proprio campo.

Il pubblico biellese potrà ammirare le loro creazioni al Macist Museum da sabato, 24 settembre, quando gli stessi artisti racconteranno a viva voce i loro “assemblages” di elementi, capaci di suscitare insieme attrazione e repulsione. L’inaugurazione, alla loro presenza, si terrà nello spazio espositivo di via Costa di Riva 11, alle ore 18.

E lì queste opere resteranno, fino al prossimo 23 ottobre, trasformando il Macist in una Wunderkammer, camera delle meraviglie.

Ceramiche policrome, tra simbolo e riso. Ma di quali opere si tratta? La mostra “Grandi Ceramiche”, a cura di Omar Ronda e Marco Bertazzoli, segue la produzione più significativa della società Bertozzi&Casoni, fondata nel 1980. E proporrà “Non Ricordo” (2014), scultura di grandi dimensioni, che ritrae un Pinocchio invecchiato e malinconico (in foto). «Il soggetto di Pinocchio si lega anche al tema delle “bugie dell’Arte” - raccontano i curatori biellesi - Un’arte illusionistica che, invece di rassicurazioni, genera in noi infinite e continue domande, di fronte alle tante bugie della realtà».

Vengono, invece, chiamate “Sparecchiature” le “DisGrazie” (2011) e “Da” (2011), composizioni desolanti che ritraggono stoviglie sporche con resti di cibo, cumuli di rifiuti, lattine, scatole di cartone, mozziconi e pacchetti di sigarette, vecchi giornali macchiati da fluidi organici, cibo in putrefazione e animali morenti. Ma anche assortimenti che si alimentano di ottimismo: «Permane un briciolo di bellezza e una piccola dose di speranza: le sedimentazioni di spazzatura stratificata fungono, infatti, da zolle, dalle quali germogliano nuove piante e rigogliosi mazzi di fiori».

Cos’altro aspetta i biellesi, al Macist? Giampaolo Bertozzi e Stefano Casoni hanno condotto anche una ulteriore indagine sui rifiuti della società contemporanea, espressa da “Composizione n. 14”, nella quale i vari oggetti e scarti (ad esempio, uova frantumate, tazze da caffè rovesciate, soprammobili e barattoli) si trovano disseminati all’interno di una miriade di cassette per il pronto soccorso. Tra le altre sculture, non mancheranno poi soggetti appartenenti al classico repertorio dei due ceramisti imolesi, come il barile di petrolio o il gorilla intento a leggere, comodamente seduto su una pila di valigie.

Info. Orari: il sabato e la domenica, dalle 15 alle 19.30. Ingresso libero.

Giovanna Boglietti

BIELLA - Una civiltà purtroppo senza ideali e sommersa dai rifiuti del consumismo. È la denuncia che diventa materia, lavorata con senso dell’ironia, nelle opere irridenti dei due tra i più grandi artisti della scultura ceramica contemporanea, ovvero Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni. Insigniti del Premio Margherita Hack 2015, che viene assegnato a personalità che si sono particolarmente distinte nel proprio campo.

Il pubblico biellese potrà ammirare le loro creazioni al Macist Museum da sabato, 24 settembre, quando gli stessi artisti racconteranno a viva voce i loro “assemblages” di elementi, capaci di suscitare insieme attrazione e repulsione. L’inaugurazione, alla loro presenza, si terrà nello spazio espositivo di via Costa di Riva 11, alle ore 18.

E lì queste opere resteranno, fino al prossimo 23 ottobre, trasformando il Macist in una Wunderkammer, camera delle meraviglie.

Ceramiche policrome, tra simbolo e riso. Ma di quali opere si tratta? La mostra “Grandi Ceramiche”, a cura di Omar Ronda e Marco Bertazzoli, segue la produzione più significativa della società Bertozzi&Casoni, fondata nel 1980. E proporrà “Non Ricordo” (2014), scultura di grandi dimensioni, che ritrae un Pinocchio invecchiato e malinconico (in foto). «Il soggetto di Pinocchio si lega anche al tema delle “bugie dell’Arte” - raccontano i curatori biellesi - Un’arte illusionistica che, invece di rassicurazioni, genera in noi infinite e continue domande, di fronte alle tante bugie della realtà».

Vengono, invece, chiamate “Sparecchiature” le “DisGrazie” (2011) e “Da” (2011), composizioni desolanti che ritraggono stoviglie sporche con resti di cibo, cumuli di rifiuti, lattine, scatole di cartone, mozziconi e pacchetti di sigarette, vecchi giornali macchiati da fluidi organici, cibo in putrefazione e animali morenti. Ma anche assortimenti che si alimentano di ottimismo: «Permane un briciolo di bellezza e una piccola dose di speranza: le sedimentazioni di spazzatura stratificata fungono, infatti, da zolle, dalle quali germogliano nuove piante e rigogliosi mazzi di fiori».

Cos’altro aspetta i biellesi, al Macist? Giampaolo Bertozzi e Stefano Casoni hanno condotto anche una ulteriore indagine sui rifiuti della società contemporanea, espressa da “Composizione n. 14”, nella quale i vari oggetti e scarti (ad esempio, uova frantumate, tazze da caffè rovesciate, soprammobili e barattoli) si trovano disseminati all’interno di una miriade di cassette per il pronto soccorso. Tra le altre sculture, non mancheranno poi soggetti appartenenti al classico repertorio dei due ceramisti imolesi, come il barile di petrolio o il gorilla intento a leggere, comodamente seduto su una pila di valigie.

Info. Orari: il sabato e la domenica, dalle 15 alle 19.30. Ingresso libero.

Giovanna Boglietti