In Tribunale

L'avvocato trova l'errore: assolti in tre per un furto di alimentari al Penny di Cossato

Difetto nella querela e capo d'imputazione contestabile: il giudice dà ragione alla difesa.

L'avvocato trova l'errore: assolti in tre per un furto di alimentari al Penny di Cossato
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Per una querela presentata solo da un impiegato munito di delega e quindi ritenuta poco valida nonché per un errore di valutazione nella derubricazione del reato, sono stati assolti un uomo e due donne accusati il primo di rapina impropria e le altre due di furto aggravato ai danni del Penny Market di via Matteotti a Cossato.

Bottino in generi alimentari

I fatti sono del 2017. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Andrea Conz (a destra, nella foto, con il fratello Cristian, anche lui avvocato), Francesco Alosi e Marco Romanello. Secondo l’accusa, le due imputate avevano occultato nello zaino dei prodotti alimentari (due confezioni di tagliata, due di salmone e tre di prosciutto) nonché una confezione di shampo e dei dentifrici. Non erano però riuscite a superare le casse per l’intervento dell’addetto alla sicurezza che le aveva fermate.

Aggressione alla guardia

L’uomo che si trovava in compagnia delle ragazze, già noto alle forze dell’ordine, era così intervenuto in loro difesa spintonando l’addetto del supermercato e rifilandogli un pugno sul petto, favorendo così la fuga delle complici per poi allontanarsi con loro in auto. L’uomo era stato così accusato di rapina impropria. Nei confronti dei tre, la pubblica accusa ha derubricato il reato in furto aggravato sulle cose esposte alla pubblica fede.

L'arringa perfetta

Nel corso della sua arringa, l’avvocato Andrea Conz ha fatto notare al giudice che, nello specifico, la merce rubata non poteva essere considerata esposta alla pubblica fede in quanto era presente personale della sorveglianza come previsto da una sentenza della Cassazione. Cadendo così l’aggravante e quindi la procedibilità d’ufficio, lo stesso avvocato Conz ha evidenziato che la querela non era stata presentata direttamente dall’amministratore della società bensì da un impiegato con delega e quindi non poteva essere considerata valida per sostenere la procedibilità con la sola querela di parte. Alla fine il giudice ha dato ragione al legale e ha mandato assolti i tre imputati.

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