"L'assegno a mia moglie? Non ho soldi"
«Non sono un delinquente come tutti mi dipingono, non sono un rapinatore o un ladro. E non mi sono dimenticato di versare l'assegno di mantenimento per la mia ex moglie e per mio figlio. Purtroppo quei soldi non li avevo perché sono disoccupato e non riesco a trovare lavoro...».
A parlare è l'uomo di 45 anni finito suo malgrado al centro dell'attenzione dopo che, l'altra settimana, i carabinieri lo hanno arrestato per scontare sei mesi ai “domiciliari” per non aver... versato l'assegno di mantenimento alla moglie e al figlio che oggi ha 25 anni. A partire addirittura dal 2000. Le sentenze alle continue denunce della donna sono fioccate e, alla fine, le condanne sono diventate esecutive.
«Non voglio più essere additato come il mostro di turno - ribadisce l'uomo al telefono - Sono solo un poveraccio che vive con l'anziana madre nelle case popolari. Non ho mai combinato nulla se non una piccola stupidaggine quando avevo vent'anni. Ad ogni processo per la storia degli assegni, mi sono procurato tutti i documenti che servivano per dimostrare che non potevo permettermi di versare manco un euro alla mia ex perché non ne avevo. Sono senza lavoro e non c'è verso di trovarne uno. E adesso mi tocca pure scontare questi sei mesi. Pazienza me ne farò una ragione, ma smettetela di dipingermi per quello che non sono. Sono una brava persona che ha sempre aiutato il prossimo. E ora vivo grazie alla pensione di 500 euro di mia madre. Per due persone rappresentano una miseria: appena arrivano se ne vanno per affitto e bollette. Senza contare che, pochi anni fa, mia moglie è persino arrivata a farmi pignorare i mobili. La macchina non c'è l'ho più da una vita perché non potevo permettermela. C'è quindi qualcuno che sa spiegarmi come faccio a pagare quel benedetto assegno se non ho soldi?...».
L'uomo (rappresentato dall'avvocato Maurizio Vigato), che da pochi giorni è confinato in casa a scontare i sei mesi della condanna divenuta esecutiva, prosegue come un fiume in piena: «Ho fatto di tutto per portare a casa qualche soldo. Sono andato anche al mercato a scaricare le cassette e quando il commerciante non poteva pagarmi, accettavo anche delle buste di frutta. La mia vita è un inferno e tutto per colpa di questa storia. Per mangiare, mi sono anche rivolto più volte al banco alimentare. Eppure per anni hanno continuato a chiedermi un assegno di 250 euro al mese. Ma mi vogliono spiegare dove avrei dovuto andare a prendere quei soldi? Ho provato a raccontare ai giudici come stavano realmente le cose, ma non hanno mai voluto sentire ragioni. Adesso mio figlio ha più di vent'anni e la mia ex moglie ha un bel lavoro che le permette di guadagnare bene e di fare una vita più che dignitosa. Eppure non la smette di infierire contro di me...».
L'uomo conclude con la sua verità: «Non sono un mostro e non è vero che non voglio pagare. La verità è che non posso...».
Valter Caneparo
«Non sono un delinquente come tutti mi dipingono, non sono un rapinatore o un ladro. E non mi sono dimenticato di versare l'assegno di mantenimento per la mia ex moglie e per mio figlio. Purtroppo quei soldi non li avevo perché sono disoccupato e non riesco a trovare lavoro...».
A parlare è l'uomo di 45 anni finito suo malgrado al centro dell'attenzione dopo che, l'altra settimana, i carabinieri lo hanno arrestato per scontare sei mesi ai “domiciliari” per non aver... versato l'assegno di mantenimento alla moglie e al figlio che oggi ha 25 anni. A partire addirittura dal 2000. Le sentenze alle continue denunce della donna sono fioccate e, alla fine, le condanne sono diventate esecutive.
«Non voglio più essere additato come il mostro di turno - ribadisce l'uomo al telefono - Sono solo un poveraccio che vive con l'anziana madre nelle case popolari. Non ho mai combinato nulla se non una piccola stupidaggine quando avevo vent'anni. Ad ogni processo per la storia degli assegni, mi sono procurato tutti i documenti che servivano per dimostrare che non potevo permettermi di versare manco un euro alla mia ex perché non ne avevo. Sono senza lavoro e non c'è verso di trovarne uno. E adesso mi tocca pure scontare questi sei mesi. Pazienza me ne farò una ragione, ma smettetela di dipingermi per quello che non sono. Sono una brava persona che ha sempre aiutato il prossimo. E ora vivo grazie alla pensione di 500 euro di mia madre. Per due persone rappresentano una miseria: appena arrivano se ne vanno per affitto e bollette. Senza contare che, pochi anni fa, mia moglie è persino arrivata a farmi pignorare i mobili. La macchina non c'è l'ho più da una vita perché non potevo permettermela. C'è quindi qualcuno che sa spiegarmi come faccio a pagare quel benedetto assegno se non ho soldi?...».
L'uomo (rappresentato dall'avvocato Maurizio Vigato), che da pochi giorni è confinato in casa a scontare i sei mesi della condanna divenuta esecutiva, prosegue come un fiume in piena: «Ho fatto di tutto per portare a casa qualche soldo. Sono andato anche al mercato a scaricare le cassette e quando il commerciante non poteva pagarmi, accettavo anche delle buste di frutta. La mia vita è un inferno e tutto per colpa di questa storia. Per mangiare, mi sono anche rivolto più volte al banco alimentare. Eppure per anni hanno continuato a chiedermi un assegno di 250 euro al mese. Ma mi vogliono spiegare dove avrei dovuto andare a prendere quei soldi? Ho provato a raccontare ai giudici come stavano realmente le cose, ma non hanno mai voluto sentire ragioni. Adesso mio figlio ha più di vent'anni e la mia ex moglie ha un bel lavoro che le permette di guadagnare bene e di fare una vita più che dignitosa. Eppure non la smette di infierire contro di me...».
L'uomo conclude con la sua verità: «Non sono un mostro e non è vero che non voglio pagare. La verità è che non posso...».
Valter Caneparo