Ladra si scusa con la derubata: assolta
BIELLA - Ha chiesto scusa alla commerciante a cui aveva rubato una borsa ad agosto del 2012 in un negozio di pelletteria di via Vescovado a Biella. «All’epoca avevo bisogno di soldi - ha scritto al giudice -. Stavo passando davanti al negozio, la porta era spalancata, mi sembrava non ci fosse nessuno in prossimità dell’ingresso. Ho così preso la borsa sperando che nessuno mi vedesse, circostanza che non è successa. Chiedo scusa alla titolare del negozio per il disagio che le ho creato...».
La commerciante - che, curiosamente, è anche la moglie del maresciallo dei carabinieri che ha acciuffato la ladruncola subito dopo il furto - l’ha perdonata: durante il processo, nei giorni scorsi, al termine della testimonianza, ha confermato al giudice, Anna Ferretti, di voler rimettere la querela. E ha salvato l’imputata. Nonostante la richiesta a dieci mesi di reclusione per il furto aggravato avanzata dal pubblico ministero, Paola Caruso, il giudice ha deciso di escludere l’aggravante contestata (quella della destrezza), accogliendo di fatto la remissione della querela. Nei confronti dell’imputata (difesa dall’avvocato torinese Roberto Mordà), è stato così dichiarato il non doversi procedere.
Valter Caneparo
Leggi di più sull’Eco di Biella di sabato 23 maggio 2015
BIELLA - Ha chiesto scusa alla commerciante a cui aveva rubato una borsa ad agosto del 2012 in un negozio di pelletteria di via Vescovado a Biella. «All’epoca avevo bisogno di soldi - ha scritto al giudice -. Stavo passando davanti al negozio, la porta era spalancata, mi sembrava non ci fosse nessuno in prossimità dell’ingresso. Ho così preso la borsa sperando che nessuno mi vedesse, circostanza che non è successa. Chiedo scusa alla titolare del negozio per il disagio che le ho creato...».
La commerciante - che, curiosamente, è anche la moglie del maresciallo dei carabinieri che ha acciuffato la ladruncola subito dopo il furto - l’ha perdonata: durante il processo, nei giorni scorsi, al termine della testimonianza, ha confermato al giudice, Anna Ferretti, di voler rimettere la querela. E ha salvato l’imputata. Nonostante la richiesta a dieci mesi di reclusione per il furto aggravato avanzata dal pubblico ministero, Paola Caruso, il giudice ha deciso di escludere l’aggravante contestata (quella della destrezza), accogliendo di fatto la remissione della querela. Nei confronti dell’imputata (difesa dall’avvocato torinese Roberto Mordà), è stato così dichiarato il non doversi procedere.
Valter Caneparo
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