il patrigno indagato per omicidio colposo

La tragedia della piccola Fatima diventa un caso politico

Il pd Furia replica a Salvini: "Tante vittime di infanticidio vive se i servizi fossero stati messi in condizione di intervenire in tempo"

La tragedia della piccola Fatima diventa un caso politico
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Diventa un caso politico la tragica morte di Fatima, la bimba di tre anni caduta da un balcone per il tragico gioco del patrigno ora indagato per omicidio colposo.

Furia e Canalis del Pd: "La Lega di Salvini invece di denigrare giudici e assistenti sociali ritiri la legge allontanamento zero"

Il Pd del Piemonte replica ai commenti di Matteo Salvini sulla tragedia della piccola Fatima - si legge in una nota a firma di  Paolo Furia, segretario PD Piemonte, e Monica Canalis, vice segretaria  e consigliera regionale - “Tante piccole vittime di infanticidio sarebbero vive, se i servizi fossero stati messi in condizione di intervenire in tempo. Assumiamo e stabilizziamo gli operatori, invece di denigrarli.”

«Fatima e le altre vittime dei recenti infanticidi, avrebbero potuto essere salvate, se fossero state più tutelate, con un maggior accompagnamento alla famiglia, ma anche, come extrema ratio, con un allontanamento del minore dalla famiglia.

«Purtroppo, però, la stessa Lega di Salvini, che oggi si scaglia contro i giudici e i servizi sociali per non aver salvato Fatima, in Piemonte sta portando avanti il Disegno di legge “Allontanamento zero”, che rallenta gli allontanamenti e propone sussidi economici anche per aiutare genitori con dipendenze o disagi psichici. L’allontanamento in alcuni casi non è un male per il bambino, ma uno strumento temporaneo per metterlo in sicurezza e per offrirgli adeguate condizioni affettive ed educative.

«È ora che anche in Piemonte la Giunta Cirio e l’assessore leghista Caucino - concludono gli esponenti del Pd - smettano di denigrare il lavoro degli assistenti sociali, dei giudici, degli psicologi, dei neuropsichiatri infantili e degli educatori, e ritirino il Ddl “Allontanamento zero”, un testo puramente ideologico e distante dai veri bisogni dei minori. Oggi Fatima di Torino, Daniele di Morazzone (Varese), Francesco di Torre del Greco, e tanti altri bambini come Evan di Modica, Gioele di Messina e Ludovico di Carmagnola, sarebbero ancora vivi, se i servizi fossero stati messi in condizione di intervenire in tempo. Assumiamo e stabilizziamo gli operatori, invece di denigrarli”.

Le indagini sul patrigno di Fatima

Intanto resta detenuto in carcere il marocchino di 32 anni patrigno della piccola Fatima, Azhar Mohssine, originario di Casablanca (nelle foto). E' quanto ha stabilito il gip Agostino Pasquariello, che ha modificato il capo di imputazione da omicidio volontario con dolo eventuale a omicidio colposo, dopo la confessione del giovane, difeso dall'avvocato Alessandro Sena.

"Giocavo con Fatima sul balcone. La lanciavo in aria e la riprendevo, con la mamma che ci guardava da sotto. Non so come sia potuto accadere". Questa la versione dell'uomo (condannato per spaccio di droga proprio il giorno prima della tragedia) che durante quel tragico gioco era in uno stato di alterazione dovuto all'assunzione di alcool e hashish. Circostanze ammesse de Mohssine durante l'interrogatorio di garanzia davanti al Gip.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori la piccola era salita a casa del giovane dal piano di sotto, dove viveva con la mamma Lucia in uno stabile di via Milano, nel centro di Torino.  L'uomo l'ha presa in braccio e sporta dal balcone, sotto lo sguardo della madre affacciata al piano di sotto. La piccola gli sarebbe sfuggita dalle mani, finendo di sotto.  La piccola, operata d'urgenza all'ospedale Regina Margherita è deceduta nella mattinata di venerdì.

 

 

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