«La mia Erika uccisa due volte». Altro Natale a casa per Fricano
A più di un anno dalla sua scarcerazione, ancora non c’è una data per il riesame del caso.
C'è molto dolore nelle parole dei genitori di Erika Preti, la ragazza biellese uccisa a 28 anni dal fidanzato Dimitri Fricano l’11 giugno del 2017 in una villetta di San Teodoro, in Sardegna, dove la coppia si era recata per passare le vacanze estive. A Eco di Biella la madre, Tiziana Suman, ha raccontato di come lei e il padre di Erika, Fabrizio Preti, abbiano perso ogni speranza di ricevere giustizia: «Ormai siamo sicuri che passerà casa a Natale. In carcere non andrà più, ormai ci siamo rassegnati».
«La mia Erika uccisa due volte»
A Eco di Biella Suman ha poi commentato: «Chiedo a mia figlia, se riesce a vedere quello che sta succedendo, di perdonare quello che la giustizia italiana le sta facendo. La stanno uccidendo una seconda volta, penso che si meritasse un po’ più di giustizia. Penserà che non valeva niente. Avrebbero dovuto rispettare la data - ha poi affermato Suman facendo riferimento al Tribunale di sorveglianza di Torino - stiamo parlando di un assassino. Non capisco perché debba avere questo privilegio. Non danno peso a quello che lui ha fatto, non si sono resi conto che lui ha ammazzato una ragazza».
«Lo vediamo in giro per Biella»
I genitori di Erika Preti, in quest’ultimo anno, hanno più volte incontrato Fricano fra le vie di Biella: «Lo vedo in giro in macchina, non sembrano nemmeno i domiciliari. Ci stanno mettendo a dura prova. Biella è così piccola che è facile incontrarlo. Dopo un anno è rimasto com’era, non capisco a che cosa serva farlo restare a casa».
Dimitri Fricano, condannato a 30 anni ma a casa perché sovrappeso
Condannato a trent’anni di reclusione, il 7 novembre del 2023 era stato scarcerato con un provvedimento del Tribunale di sorveglianza di Torino e mandato a casa, dove sconta ora gli arresti domiciliari, perché preoccupantemente sovrappeso, al punto che, sempre secondo il Tribunale di sorveglianza, le sue condizioni fisiche e di salute sarebbero incompatibili con la vita in carcere. Nei suoi confronti il tribunale ha disposto anche che, per qualche ora al giorno, possa lasciare la sua abitazione per recarsi dal medico o sbrigare le proprie commissioni.
Lo schiaffo al volto dei genitori di Erika
Per i genitori di Erika Preti, che in quest’ultimo anno hanno più volte incontrato Fricano fra le vie di Biella, si è trattato di uno schiaffo in pieno volto: questa potrebbe essere l’immagine che rappresenta al meglio la loro sensazione d’ingiustizia... In loro, però, risiedeva anche la speranza che a un anno esatto dall’emissione del provvedimento (questo il termine fissato per riesaminare il caso) il Tribunale potesse riconsiderare la posizione di Fricano e farlo rimandare in carcere. Ciò, però, non è accaduto. Non perché le condizioni di salute di Fricano siano state considerate incompatibili con la vita in carcere, bensì perché l’udienza non è tuttora stata fissata.
Gianmaria Laurent Jacazio