La lettera dopo la strage: «Salvataggio in mare, nuove strutture d'accoglienza e favorire le domande d'asilo»
La parola a Marco Sansoé della "Città di sotto": «Agire subito per garantire la vita e dignità delle persone migranti».
Pubblichiamo una lettera di Marco Sansoé della “Città di Sotto”, sulla strage di migranti in Calabria.
Gioco al massacro...
«Il Governo sembra aver, parzialmente, risolto il “problema dei migranti”. La strage di domenica 26 febbraio, della quale si parla perché accaduta sulle nostre sponde, e le centinaia di morti delle settimane precedenti in acque internazionali, apparentemente, riducono il numero degli sbarchi “clandestini”: effetto delle limitazioni di intervento delle Ong contenute nel decreto del Governo. Ma si tace che nei giorni scorsi gli sbarchi a Lampedusa sono triplicati, ma questo fa parte del gioco al massacro delle politiche nazionali e europee in materia di migrazioni. La Presidente Meloni, e i suoi vassalli di Governo, continua a sostenere la necessità di fermare i migranti alla partenza, mostrando di non conoscere le cause e le forme dei flussi migratori e di ignorare la storia passata delle migrazioni. Le migrazioni non si possono fermare, non è mai stato possibile, forse si possono governare ma anche questa non è impresa semplice.
Predisporre un diffuso salvataggio
«Se non vogliamo che il numero dei morti in mare aumenti progressivamente si deve predisporre un diffuso salvataggio in mare, strutture di accoglienza capaci, rapidamente, di favorire le domande d’asilo, di vagliarle e di inviare i migranti in luoghi di accoglienza dignitosi. Per questo sono necessarie, subito, due atti: la libertà di manovra delle navi delle Ong per il soccorso in mare (il ritiro del decreto Piantedosi) ed un piano europeo sulle migrazioni. Subito diventa urgente che le Questure rafforzino il personale (anche civile) per il riconoscimento dei migranti e il rilascio dei permessi di soggiorno provvisori o definitivi. Evitando così la situazione di abbandono nella quale vivono coloro che vorrebbero richiedere asilo ma viene negata loro la possibilità.
Garantire vita e dignità
«Non c’è alternativa al rispetto del “diritto del mare” e del diritto internazionale, ignorato troppe volte, e calpestato quotidianamente in Italia dalle Istituzioni locali e di Polizia. Bisogna agire subito per garantire la vita e dignità delle persone migranti, in libertà e in autonomia, disobbedendo alle leggi ingiuste e favorendo l’accoglienza, perché nessuno è clandestino».