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La Diocesi di Biella agli impresari funebri: “Sia provata la febbre a tutti coloro che partecipano ai funerali”

Lo ha chiesto bei giorni scorsi il vicario generale.

La Diocesi di Biella agli impresari funebri: “Sia provata la febbre a tutti coloro che partecipano ai funerali”
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La Diocesi di Biella agli impresari funebri: “Sia provata la febbre a tutti coloro che partecipano ai funerali”. Lo ha chiesto nei giorni scorsi  il vicario generale.

Sia provata la febbre

Il vicario generale della Diocesi di Biella ha inviato una lunga lettera ai titolari delle imprese funebri del territorio: “Vi suggerirei di prendervi carico della misurazione della temperatura alle persone che partecipano alle celebrazioni delle esequie. Sappiamo che i termometri sono praticamente introvabili: nel caso in cui voi ne siate in possesso potrebbe essere un servizio da mettere a disposizione, previo  accordo con il parroco. In ogni caso sarebbe molto utile un vostro chiarimento ai parenti del defunto per raccomandare esplicitamente di non partecipare ai riti esequiali se sono presenti sintomi di influenza o in presenza di temperatura corporea superiore a 37.5 o se vi é stato contatto con persone positive a Sars Cov 2 nei giorni precedenti”. “La richiesta di collaborazione alle imprese funebri che operano nel nostro territorio -precisa oggi il vicario -  era precedente di due giorni rispetto al chiarimento successivo giunto dal Ministero dell’Interno e dalla Conferenza Episcopale Italiana, in data 4 maggio, in cui si riteneva “superata la problematica di dotarsi di strumenti per la rilevazione della temperatura corporea prima della partecipazione alla celebrazione delle esequie”. La nostra Diocesi ha dato facoltà ai parroci di valutare con attenzione – unitamente alla famiglia – la programmazione e la forma delle esequie cristiane affinché sia data occasione di preghiera e di contemporaneo pieno rispetto di ogni attenzione igienico – sanitaria. In questo senso la collaborazione delle imprese funebri è decisiva”.

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