«La carabina? L’ho gettata nel Cervo»

«La carabina? L’ho gettata nel Cervo»
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E’ stato convocato in caserma dai carabinieri di Andorno Micca per mostrare il certificato medico diventato obbligatorio per i possessori di armi in seguito alle nuove norme che regolano la materia. Ma lui, E.G., 79 anni, di Campiglia Cervo, non solo non ha presentato il certificato, ma ha pure candidamente ammesso di non possedere più la carabina della quale, dai registri, risultava possessore dal lontano 20 maggio 1973. «Non ce l’ho più da tempo quella carabina - ha spiegato il pensionato all’allibito maresciallo - L’ho buttata via, nella lama di un torrente, ormai una vita fa, alla fine degli anni Settanta...».

Impossibile, a così tanti anni dal presunto tuffo della carabina nelle acque del Cervo, anche solo tentare di ritrovare l’arma. Alla fine, l’anziano di Campiglia ha rimediato una lunga sfilza di denunce alla Procura della Repubblica per omessa custodia, omessa denuncia di smarrimento e via discorrendo. La legge sulle armi, severa al punto giusto, non guarda infatti in faccia a nessuno. Ci si può disfare di un’arma solo dopo aver informato le forze dell’ordine che se la prendono in carico. Sempre e comunque è obbligatorio informare di qualsiasi variazione l’autorità di pubblica sicurezza, polizia o carabinieri.

Negli ultimi mesi i controlli ai possessori di armi si sono moltiplicati. E le denunce sono fioccate per violazione di una legge che, per forza di cose, appare per certi versi molto severa. La buona fede non viene presa in considerazione. Chi possiede un’arma, la sposta da una casa all’altra, non la custodisce a dovere nel senso che non impedisce a familiari o sconosciuti di venirne in contatto, rischia di finire in guai seri con la giustizia se non provvede a segnalare all’autorità di pubblica sicurezza qualsiasi variazione, acquisto di munizioni, spostamenti, traslochi, eventuali furti.

Valter Caneparo

Leggi di più sull’Eco di Biella di sabato 20 giugno 2015 

E’ stato convocato in caserma dai carabinieri di Andorno Micca per mostrare il certificato medico diventato obbligatorio per i possessori di armi in seguito alle nuove norme che regolano la materia. Ma lui, E.G., 79 anni, di Campiglia Cervo, non solo non ha presentato il certificato, ma ha pure candidamente ammesso di non possedere più la carabina della quale, dai registri, risultava possessore dal lontano 20 maggio 1973. «Non ce l’ho più da tempo quella carabina - ha spiegato il pensionato all’allibito maresciallo - L’ho buttata via, nella lama di un torrente, ormai una vita fa, alla fine degli anni Settanta...».

Impossibile, a così tanti anni dal presunto tuffo della carabina nelle acque del Cervo, anche solo tentare di ritrovare l’arma. Alla fine, l’anziano di Campiglia ha rimediato una lunga sfilza di denunce alla Procura della Repubblica per omessa custodia, omessa denuncia di smarrimento e via discorrendo. La legge sulle armi, severa al punto giusto, non guarda infatti in faccia a nessuno. Ci si può disfare di un’arma solo dopo aver informato le forze dell’ordine che se la prendono in carico. Sempre e comunque è obbligatorio informare di qualsiasi variazione l’autorità di pubblica sicurezza, polizia o carabinieri.

Negli ultimi mesi i controlli ai possessori di armi si sono moltiplicati. E le denunce sono fioccate per violazione di una legge che, per forza di cose, appare per certi versi molto severa. La buona fede non viene presa in considerazione. Chi possiede un’arma, la sposta da una casa all’altra, non la custodisce a dovere nel senso che non impedisce a familiari o sconosciuti di venirne in contatto, rischia di finire in guai seri con la giustizia se non provvede a segnalare all’autorità di pubblica sicurezza qualsiasi variazione, acquisto di munizioni, spostamenti, traslochi, eventuali furti.

Valter Caneparo

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