Il delitto di Chiavazza

Interrogati in questo momento dal giudice i quattro accusati del delitto. Uno avrebbe deciso di collaborare

Avrebbe raccontato al magistrato i motivi del litigio e del pestaggio nell'appartamento dell'alloggio di via Coppa.

Interrogati in questo momento dal giudice i quattro accusati del delitto. Uno avrebbe deciso di collaborare
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Uno dei quattro indagati per il delitto di Chiavazza avrebbe parlato già ieri nel tardo pomeriggio con il magistrato che sta conducendo le indagini, il sostituto procuratore Sarah Cacciaguerra. Si vocifera che abbia collaborato, che abbia ricostruito gli ultimi momenti di vita di Gabriele Maffeo, 33 anni (NELLA FOTO), trovato cadavere sabato sera in un cassonetto di via Coppa a Chiavazza. Se la notizia fosse confermata, rappresenterebbe uno scossone importante nelle indagini sulla morte del giovane che giovedì scorso aveva lasciato una comunità di recupero di Moncalieri di cui era ospite da circa un anno e mezzo e che stava cercando di lasciarsi alle spalle il mondo della droga che aveva purtroppo segnato la vita sua e dei suoi cari, persone in gamba, conosciuti e stimati, che avevano fatto di tutto per lui per aiutarlo.

Interrogatorio davanti al Gip

Nel frattempo, proprio in questo momento (martedì 3 ottobre), il giudice delle indagini preliminari sta svolgendo gli interrogatori di garanzia, di fronte ai loro legali, gli avvocati Marco Romanello e Cristian Conz, di tutti e quattro gli indagati: Giuseppe Bonura, 42 anni, di Andorno Micca, Marina Coda Zabetta, 34 anni, di Biella (che sarebbe la sua fidanzata), Alessandro Solina, di Candelo, e Simone Perra, 24 anni, di Biella. Si saprà così se si avvarranno della facoltà di non rispondere oppure decideranno di collaborare per fare luce sulla tragedia. Tutti sono per il momento indagati per il reato di omicidio volontario in concorso.

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