In casa un tesoro in documenti antichi

In casa un tesoro in documenti antichi
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Nel corso di una perquisizione nella sua abitazione di Sandigliano, gli avevano trovato una serie incredibile di documenti provenienti da chiese, Comuni e dall’Archivio di Stato, tutti non alienabili e non commerciabili, alcuni persino tutelati. Oltre a numerose cartelle cliniche sparite dall’archivio storico dell’ospedale Regina Elena di Roma e quindi documenti particolarmente sensibili sotto il profilo della privacy. Ivan C., 43 anni, con domicilio a Borgosesia ma per l’anagrafe residente nel Biellese (avvocato Alessio Ioppa del Foro di Vercelli) era così finito nei guai con l’accusa di ricettazione e di violazione di un apposito articolo di un decreto legislativo sulla tutela dei beni culturali e del paesaggio. Il reato più grave è stato però riqualificato in quello più soft di “acquisto di cose di sospetta provenienza”. Così, ancora una volta, la giustizia lenta ha prodotto l’ennesima sentenza di non doversi procedere, stavolta pronunciata dal giudice, Pietro Brovarone, per intervenuta prescrizione. Il giudice ha comunque ordinato la restituzione di tutti i beni archivistici in sequestro ai rispettivi enti proprietari oppure all’Archivio di Stato competente per territorio. 

I capolavori. Tra i beni tutelati, inalienabili e non commerciabili trovati a casa dell’imputato, vi era anche un registro degli atti di morte della parrocchia di Sant’Ambrogio di Sordevolo datato 1845. E poi il registro dei battesimi tra il 1797 e i l837 proveniente dall’archivio della Diocesi di Vercelli. Nonché il registro della parrocchia di Santa Maria di Lucedio di Trino (dal 1714 al 1755). Della stessa parrocchia è stato trovato anche il registro dei matrimoni e dei defunti. E poi altri documenti ecclesiastici provenienti tutti dagli archivi parrocchiali della Diocesi di Vercelli. 

Militari. Non erano stati sequestrati solo beni della chiesa, ma anche numerosi documenti militari provenienti da vari tribunali e di proprietà dello Stato. E altri documenti ecclesiastici provenienti da parrocchie della Diocesi di Biella. E documenti comunali degli archivi di Cellio, Valduggia, Borgosesia, Gattico e Maggiora. Tantissimo materiale storico di gran valore, è così tornato al suo posto. 
Valter Caneparo 

Nel corso di una perquisizione nella sua abitazione di Sandigliano, gli avevano trovato una serie incredibile di documenti provenienti da chiese, Comuni e dall’Archivio di Stato, tutti non alienabili e non commerciabili, alcuni persino tutelati. Oltre a numerose cartelle cliniche sparite dall’archivio storico dell’ospedale Regina Elena di Roma e quindi documenti particolarmente sensibili sotto il profilo della privacy. Ivan C., 43 anni, con domicilio a Borgosesia ma per l’anagrafe residente nel Biellese (avvocato Alessio Ioppa del Foro di Vercelli) era così finito nei guai con l’accusa di ricettazione e di violazione di un apposito articolo di un decreto legislativo sulla tutela dei beni culturali e del paesaggio. Il reato più grave è stato però riqualificato in quello più soft di “acquisto di cose di sospetta provenienza”. Così, ancora una volta, la giustizia lenta ha prodotto l’ennesima sentenza di non doversi procedere, stavolta pronunciata dal giudice, Pietro Brovarone, per intervenuta prescrizione. Il giudice ha comunque ordinato la restituzione di tutti i beni archivistici in sequestro ai rispettivi enti proprietari oppure all’Archivio di Stato competente per territorio. 

I capolavori. Tra i beni tutelati, inalienabili e non commerciabili trovati a casa dell’imputato, vi era anche un registro degli atti di morte della parrocchia di Sant’Ambrogio di Sordevolo datato 1845. E poi il registro dei battesimi tra il 1797 e i l837 proveniente dall’archivio della Diocesi di Vercelli. Nonché il registro della parrocchia di Santa Maria di Lucedio di Trino (dal 1714 al 1755). Della stessa parrocchia è stato trovato anche il registro dei matrimoni e dei defunti. E poi altri documenti ecclesiastici provenienti tutti dagli archivi parrocchiali della Diocesi di Vercelli. 

Militari. Non erano stati sequestrati solo beni della chiesa, ma anche numerosi documenti militari provenienti da vari tribunali e di proprietà dello Stato. E altri documenti ecclesiastici provenienti da parrocchie della Diocesi di Biella. E documenti comunali degli archivi di Cellio, Valduggia, Borgosesia, Gattico e Maggiora. Tantissimo materiale storico di gran valore, è così tornato al suo posto. 
Valter Caneparo 

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