In auto la lancia giapponese

In auto la lancia giapponese
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Non solo guidava ubriaco, ma nel bagagliaio dell’auto aveva nascosto persino una sorta di lancia di ispirazione orientale, una variante dell’alabarda classica, di quelle con manico e punta in metallo, lunga e acuminata: una vera e propria arma molto pericolosa. E’ però stato fermato e controllato a fondo dai carabinieri che, alla fine, lo hanno denunciato per i reati di guida in stato di ebbrezza e porto di armi od oggetti atti ad offendere. L’indagato, Antonio M., 46 anni, di Valle Mosso, è stato sottoposto al test con l’etilometro in quanto i suoi modi di fare avevano insospettito i carabinieri che gli hanno imposto l’alt. Lo strumento di misurazione ha segnalato un tasso alcolemico di 1,7 grammi di alcol circa per litro di sangue, quasi quattro volte superiore al limite massimo consentito e di poco superiore al limite (1.5) che fa scattare il sequestro dell’auto ai fini della confisca se quest’ultima è di proprietà.Il successivo controllo, ha portato i militari a scoprire nel bagagliaio il gioiello dei guerrieri orientali, nota come “nagigata”, dalla lunghezza complessiva di circa due metri con lama lunga sessanta centimetri. L’arte dell’utilizzo come arma di questa particolare alabarda (che non veniva lanciata ma maneggiata con rapidità, di taglio, di punta con affondi oppure dall’alto verso il basso), era conosciuta nell’antico Giappone come “naginatajutsu”, un metodo di combattimento praticato secondo innumerevoli stili. L’arma è stata ovviamente sequestrata. Verrà in seguito inserita tra gli oggetti di reato. Sarà infine il giudice a decidere se la “nagigata” potrà essere restituita oppure dovrà essere confiscata per essere distrutta, ipotesi che pare molto più probabile rispetto alla prima.

Non solo guidava ubriaco, ma nel bagagliaio dell’auto aveva nascosto persino una sorta di lancia di ispirazione orientale, una variante dell’alabarda classica, di quelle con manico e punta in metallo, lunga e acuminata: una vera e propria arma molto pericolosa. E’ però stato fermato e controllato a fondo dai carabinieri che, alla fine, lo hanno denunciato per i reati di guida in stato di ebbrezza e porto di armi od oggetti atti ad offendere. L’indagato, Antonio M., 46 anni, di Valle Mosso, è stato sottoposto al test con l’etilometro in quanto i suoi modi di fare avevano insospettito i carabinieri che gli hanno imposto l’alt. Lo strumento di misurazione ha segnalato un tasso alcolemico di 1,7 grammi di alcol circa per litro di sangue, quasi quattro volte superiore al limite massimo consentito e di poco superiore al limite (1.5) che fa scattare il sequestro dell’auto ai fini della confisca se quest’ultima è di proprietà.Il successivo controllo, ha portato i militari a scoprire nel bagagliaio il gioiello dei guerrieri orientali, nota come “nagigata”, dalla lunghezza complessiva di circa due metri con lama lunga sessanta centimetri. L’arte dell’utilizzo come arma di questa particolare alabarda (che non veniva lanciata ma maneggiata con rapidità, di taglio, di punta con affondi oppure dall’alto verso il basso), era conosciuta nell’antico Giappone come “naginatajutsu”, un metodo di combattimento praticato secondo innumerevoli stili. L’arma è stata ovviamente sequestrata. Verrà in seguito inserita tra gli oggetti di reato. Sarà infine il giudice a decidere se la “nagigata” potrà essere restituita oppure dovrà essere confiscata per essere distrutta, ipotesi che pare molto più probabile rispetto alla prima.

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