Il toro Bruno si è salvato dal macello

Il toro Bruno si è salvato dal macello
Pubblicato:
Aggiornato:

MONGRANDO - E alla fine il toro è stato catturato. Vivo. Narcotizzato da un veterinario che lo ha “scovato” ieri mattina, poco prima di mezzogiorno, in un campo di mais di Mongrando, non distante dal confine con Occhieppo Inferiore. Addormentato, per essere riconsegnato al suo legittimo proprietario, un allevatore di Masserano che ha già fatto sapere che l’animale non verrà più destinato al macello.

Si è dunque conclusa senza spargimenti di sangue una vicenda che ha tenuto banco, in paese, per una decina di giorni. Da quando, cioè, il 16 settembre scorso, il buon Bruno (questo il nome dato affettuosamente al toro) è sfuggito al controllo degli addetti dell’azienda Carni Botalla, intenti a scaricare dai camion alcuni animali. L’intraprendente bovino ha eluso i controlli e, dopo aver sfondato una rete di protezione, ha iniziato la sua corsa verso la libertà, attraversando prima il corso d’acqua poco distante e dileguandosi subito dopo nel bosco, fino a far perdere le proprie tracce.

Al toro! Al toro! Tanti gli avvistamenti (veri o presunti) in questi giorni, mentre le ricerche non portavano ad alcun esito. Da un lato la paura dei residenti, preoccupati di trovarsi un toro (magari affamato) sull’uscio di casa, e non del tutto rassicurati dalle parole del sindaco, Tony Filoni che andava ripetendo: «Non c’è pericolo per la popolazione, un animale non fugge in quel modo per attaccare la gente». Dall’altro lato l’attivismo degli animalisti dell’associazione Meta (Movimento etico tutela ambiente), che temevano che la vicenda si sarebbe conclusa con un colpo di fucile e si dicevano pronti a «presidiare la zona giorno e notte» e a «fare da scudo umano al nostro gigante buono».

Due animalisti, lui residente a Torino e lei a Verona, erano anche quelli fermati per un controllo dai carabinieri nella giornata di giovedì, dopo la segnalazione di alcuni abitanti che avevano visto aggirarsi in paese una Peugeot “sospetta”.

Intanto, a Mongrando e nei Comuni limitrofi, le voci di una cattura del bovino si rincorrevano, sempre più frequenti e sempre meno attendibili e verificabili. Chi diceva che il povero Bruno fosse già finito su qualche tavola imbandita, sotto forma di braciole e costine. Chi, invece, era sicuro che a “fare la festa” al Toro sarebbero stati gli juventini del paese e chi giurava di aver visto sbucare le doppiette dei cacciatori dietro a ogni albero o cespuglio. Per non parlare di chi andava in giro a dire che la storia del toro scappato dal macello fosse solo un’invenzione dei giornali...

Avvistamenti e ordinanze. Ma, tra qualche avvistamento (reale) e l’ordinanza di cattura o, in extrema ratio, di abbattimento emessa dal sindaco, alla fine il felice epilogo è arrivato. «Il toro fuggitivo, in paese, ha scatenato un bel trambusto - commenta un soddisfatto Tony Filoni, che si è sempre mantenuto costantemente aggiornato sull’andamento delle ricerche - ed è anche per questo motivo che ho voluto “salutarlo”, prima che fosse riconsegnato al suo legittimo proprietario: è un bell’esemplare di Toro Limousine di circa 600 chilogrammi di peso (il valore sul mercato si aggira tra i mille e i duemila euro, nda). L’allevatore mi ha fatto sapere che non sarà più destinato al macello. Da questo punto di vista è stata una bella vittoria del Toro!».

Lara Bertolazzi

MONGRANDO - E alla fine il toro è stato catturato. Vivo. Narcotizzato da un veterinario che lo ha “scovato” ieri mattina, poco prima di mezzogiorno, in un campo di mais di Mongrando, non distante dal confine con Occhieppo Inferiore. Addormentato, per essere riconsegnato al suo legittimo proprietario, un allevatore di Masserano che ha già fatto sapere che l’animale non verrà più destinato al macello.

Si è dunque conclusa senza spargimenti di sangue una vicenda che ha tenuto banco, in paese, per una decina di giorni. Da quando, cioè, il 16 settembre scorso, il buon Bruno (questo il nome dato affettuosamente al toro) è sfuggito al controllo degli addetti dell’azienda Carni Botalla, intenti a scaricare dai camion alcuni animali. L’intraprendente bovino ha eluso i controlli e, dopo aver sfondato una rete di protezione, ha iniziato la sua corsa verso la libertà, attraversando prima il corso d’acqua poco distante e dileguandosi subito dopo nel bosco, fino a far perdere le proprie tracce.

Al toro! Al toro! Tanti gli avvistamenti (veri o presunti) in questi giorni, mentre le ricerche non portavano ad alcun esito. Da un lato la paura dei residenti, preoccupati di trovarsi un toro (magari affamato) sull’uscio di casa, e non del tutto rassicurati dalle parole del sindaco, Tony Filoni che andava ripetendo: «Non c’è pericolo per la popolazione, un animale non fugge in quel modo per attaccare la gente». Dall’altro lato l’attivismo degli animalisti dell’associazione Meta (Movimento etico tutela ambiente), che temevano che la vicenda si sarebbe conclusa con un colpo di fucile e si dicevano pronti a «presidiare la zona giorno e notte» e a «fare da scudo umano al nostro gigante buono».

Due animalisti, lui residente a Torino e lei a Verona, erano anche quelli fermati per un controllo dai carabinieri nella giornata di giovedì, dopo la segnalazione di alcuni abitanti che avevano visto aggirarsi in paese una Peugeot “sospetta”.

Intanto, a Mongrando e nei Comuni limitrofi, le voci di una cattura del bovino si rincorrevano, sempre più frequenti e sempre meno attendibili e verificabili. Chi diceva che il povero Bruno fosse già finito su qualche tavola imbandita, sotto forma di braciole e costine. Chi, invece, era sicuro che a “fare la festa” al Toro sarebbero stati gli juventini del paese e chi giurava di aver visto sbucare le doppiette dei cacciatori dietro a ogni albero o cespuglio. Per non parlare di chi andava in giro a dire che la storia del toro scappato dal macello fosse solo un’invenzione dei giornali...

Avvistamenti e ordinanze. Ma, tra qualche avvistamento (reale) e l’ordinanza di cattura o, in extrema ratio, di abbattimento emessa dal sindaco, alla fine il felice epilogo è arrivato. «Il toro fuggitivo, in paese, ha scatenato un bel trambusto - commenta un soddisfatto Tony Filoni, che si è sempre mantenuto costantemente aggiornato sull’andamento delle ricerche - ed è anche per questo motivo che ho voluto “salutarlo”, prima che fosse riconsegnato al suo legittimo proprietario: è un bell’esemplare di Toro Limousine di circa 600 chilogrammi di peso (il valore sul mercato si aggira tra i mille e i duemila euro, nda). L’allevatore mi ha fatto sapere che non sarà più destinato al macello. Da questo punto di vista è stata una bella vittoria del Toro!».

Lara Bertolazzi

 

Seguici sui nostri canali