Polizia di Stato

Il sindacato Siulp: "Buchi neri della “riforma” Cartabia e le sempre più gravi carenze di organico"

Il monito del sindacato in Piemonte: "Cari Prefetti, Questori, politici ed amministratori, servono interventi e soluzioni!"

Il sindacato Siulp: "Buchi neri della “riforma” Cartabia e le sempre più gravi carenze di organico"
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Le segreterie provinciali SIULP del Piemonte (tra cui quella di Biella, rappresentata da Matteo Ciriello) , firmatarie del presente documento, sentono il dovere di allertare gli organi politici/amministrativi ed i media, circa il pericolo di un “crollo” più o meno imminente del complesso, quanto fondamentale, apparato della Pubblica Sicurezza che fa capo a Prefetti e Questori, quali Autorità provinciali politica e tecnica di P.S., ai sensi della Legge 01.04.1981 nr. 121.

Equilibri condizionati

Partendo da quest’ultimi, non possiamo sottacere che, sempre più spesso, registriamo comportamenti politico/organizzativi che, di fatto, finiscono per condizionare i delicati equilibri volti a governare e contemperare le esigenze dell’attività burocratico/amministrativa, rispetto le attribuzioni ed ai compiti della Polizia di Stato e dei suoi appartenenti, tesi a considerare con maggiore attenzione i problemi connessi alle loro pubbliche funzioni, che strettamente s’intersecano con le questioni di politica amministrativa.

Gravi carenze di organico

Tra queste, il rilascio di passaporti, porti d’arma, permessi e carte di soggiorno, che negli anni ha sempre di più assorbito, in termini numerici, risorse umane, sempre più scarse, in seguito al mancato turn over dei pensionamenti, non rimpiazzati da idonee nuove immissioni, numericamente insufficienti a coprire i vuoti, con grave depauperamento di esperienza e professionalità in tutti i settori operativi ed amministrativi. Infatti, da oggi al 2030 sono previsti 40mila pensionamenti, nella sola Polizia di Stato, a fronte di preventivabili 27mila nuove assunzioni. Un gap deficitario, sotto gli occhi di tutti, che deriva dall’insufficienza numerica degli Istituti d’istruzione oggi disponibili, derivante da scellerate chiusure degli stessi, per far fronte alla “Cartolarizzazione” degli immobili, al fine di rispettare i dettami della “Spending Review”.

I passaporti ai comuni

Bisogna ripensare a questi settori vitali per il funzionamento della macchina burocratico/amministrativa della Polizia di Stato, dotandoli di risorse umane idonee numericamente e professionalmente, per soddisfare le nuove esigenze e le nuove sfide. Diversamente, bisogna avere il coraggio di guardare avanti e decidere il decentramento di questi servizi, organizzando il rilascio dei passaporti e dei permessi/carte di soggiorno presso i comuni, così come già avvenuto in passato con le carte d’identità. Per quanto riguarda il rilevamento delle impronte digitali, i dipendenti delle anagrafe locali, siano già professionalmente abilitati e preparati per le procedure di rilascio della nuova Carta d’Identità Elettronica, mantenendo in capo al Questore, quale Autorità di Pubblica Sicurezza provinciale, il potere di Nulla Osta al rilascio dei documenti stessi e di verifica del rispetto delle procedure da parte degli addetti comunali.

Disagi per gli uffici

Al riguardo, basta scorrere le pagine dei media e dei social, per registrare le lamentele dei cittadini per i ritardi e le disfunzioni che affliggono tali settori amministrativi della Polizia di Stato, a causa del depauperamento in termini numerici degli organici del personale dei ruoli ordinari e tecnici della Polizia di Stato, nonché del personale appartenente ai ruoli civili dell’Amministrazione Civile dell’Interno. Le “aperture straordinarie”, ovvero “open day” per le prese in carico delle richieste di rilascio dei passaporti, con procedura “d’urgenza” per motivi di lavoro, salute e scuola, ha di fatto aggravato ancora di più, come se ce ne fosse stato il bisogno, la situazione operativa degli uffici in questione che, si ritrovano già a dover sopperire la richiesta numerica di rilascio passaporti di tre anni in uno, per la fine della pandemia da Covid-19 e la Brexit, senza per questo registrare un adeguamento dell’organico per sopperire a questa esorbitante richiesta straordinaria.

Gli "orpelli" della Cartabia

Questo depauperamento generale degli organici delle forze di Polizia e del Personale Civile dell’Interno diventa ancor più insopportabile per il peso che si sta abbattendo sulla categoria, per gli “orpelli” della temutissima riforma Cartabia, “scaricati” sul ruolo e sui compiti della Polizia Giudiziaria, senza una preventiva ed adeguata stagione di aggiornamento professionale mirato, nonché modelli e metodi operativi mirati alla riforma in questione. Omettendo volontariamente, in questo contesto, il disagio e le preoccupazioni dei cittadini.

La cura peggio del male?

Non sappiamo se il Legislatore abbia ritenuto opportuno considerare e preventivamente consultare i vertici della Polizia di Stato, delle altre forze dell’Ordine e della stessa Magistratura. Certamente si è atteso, colpevolmente, che la riforma entrasse in vigore prima di valutarne la portata e gli effetti pratici che, gli illustri estensori, forse non avevano e non potevano immaginare. Il grande rischio è che la “cura” possa dimostrarsi, nel medio/breve periodo, peggiore del “male”.

Rimpolpare gli organici

In conclusione non possiamo non ribadire con estrema chiarezza il rischio reale di collasso operativo ed amministrativo che, inesorabilmente, prefetti e questori, dovranno gestire e subire, a fronte degli organici che continueranno a ridursi sempre più per le cause sopra esposte, oltre a rappresentare il profondo disagio degli addetti ai lavori che, in riferimento ai panorami futuri appaiono perplessi, rispetto ad una risoluzione delle problematiche denunciate, che non sembrano considerare adeguatamente la mancanza di un serio ripianamento degli organici. Un rinforzo, quantomeno, adeguato a rispondere alle esigenze organizzative degli uffici periferici e che consistono nelle 116mila unità previste, a fronte delle attuali 95mila a livello nazionale (in tutte le province si registra una carenza del 25/30%). Nondimeno si impone una riqualificazione degli attuali Agenti di Polizia Giudiziaria, in Ufficiali di Polizia Giudiziaria per evitare nel medio/breve periodo una Polizia di Stato pericolosamente “acefala”, a causa dei 40mila pensionamenti dei propri ruoli apicali, indispensabili per il coordinamento organizzativo/operativo tra la base e la dirigenza della Polizia, in tutte le sue articolazioni territoriali, delle questure e delle Specialità.

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