Il rene di Laura salva la vita a un uomo

Il rene di Laura salva la vita a un uomo
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Laura e Pier Luigi. Uniti dallo stesso tragico destino e da una generosità fuori dal comune. Entrambi sono mancati nei giorni scorsi all’ospedale di Biella, a seguito di un’ischemia cerebrale, e tutti e due hanno donato gli organi. Le loro vite contribuiranno a tener viva la speranza di altri malati.

Laura Franzoni aveva solo 66 anni e da 44 abitava a Occhieppo Superiore. Una settimana fa, giovedì scorso, si è sentita male: un’ischemia cerebrale se l’è portata via in soli due giorni, strappandola agli affetti più cari, il marito Ioner Trenta e la figlia trentaduenne, Chiara.

Giovedì scorso il malore e sabato il decesso, seguito dal consenso accordato dai familiari alla donazione degli organi. Consenso all’espianto che è stato dato interpretando la volontà di Laura. Un suo rene è stato trapiantato in un uomo di 55 anni, trasportato domenica scorsa a bordo di un Falcon 50 dell’Aeronautica Militare da Reggio Calabria all’ospedale Molinette di Torino: si tratta di un paziente affetto da insufficienza renale cronica e in dialisi dal 2009, che era già stato sottoposto a un trapianto di fegato nel 1994 nello stesso ospedale torinese.

Pier Luigi Fornasiero era di Gaglianico e aveva 70 anni. A stroncarlo, un ictus. «Si era sentito poco bene nella giornata di Ferragosto ed era andato a farsi visitare al Pronto soccorso. Poi - racconta un amico che vuole mantenere l’anonimato - dopo gli esami di routine e dopo che si era ripreso, era tornato a casa». Il giorno successivo, però, la situazione è precipitata. «Nel pomeriggio Pier Luigi era andato a ballare alla Peschiera di Valdengo con alcuni amici, come faceva spesso, e poi erano andati tutti insieme a cena agli Orsi. E’ lì che, all’improvviso, si è accasciato...». La voce del suo amico viene spezzata dal pianto al ricordo di quei momenti terribili: «E’ stato subito portato in ospedale, ma due giorni dopo era già in coma ed è mancato lunedì mattina».

Anche Pier Luigi, come Laura, ha dedicato molto tempo agli altri. Alpino, dipendente della Omli - Officina Meccanica Lavorazioni Inox di Valle Mosso, ora in pensione, l’uomo per molti anni è stato donatore di sangue, regolarmente iscritto all’Avis (prima di Vallestrona e poi di Biella), e, come ricorda il suo amico, «credo avesse anche ricevuto la medaglia d’oro dell’associazione, per questo. Ora, il suo regalo più grande: la donazione dei suoi organi. Voglio essere io a ringraziarlo a nome di tutte quelle persone che, attraverso la sua grande generosità, hanno potuto subire il trapianto e possono ricominciare a sperare e a vivere. Grazie, amico mio!», dice, commuovendosi.

Lara Bertolazzi

Laura e Pier Luigi. Uniti dallo stesso tragico destino e da una generosità fuori dal comune. Entrambi sono mancati nei giorni scorsi all’ospedale di Biella, a seguito di un’ischemia cerebrale, e tutti e due hanno donato gli organi. Le loro vite contribuiranno a tener viva la speranza di altri malati.

Laura Franzoni aveva solo 66 anni e da 44 abitava a Occhieppo Superiore. Una settimana fa, giovedì scorso, si è sentita male: un’ischemia cerebrale se l’è portata via in soli due giorni, strappandola agli affetti più cari, il marito Ioner Trenta e la figlia trentaduenne, Chiara.

Giovedì scorso il malore e sabato il decesso, seguito dal consenso accordato dai familiari alla donazione degli organi. Consenso all’espianto che è stato dato interpretando la volontà di Laura. Un suo rene è stato trapiantato in un uomo di 55 anni, trasportato domenica scorsa a bordo di un Falcon 50 dell’Aeronautica Militare da Reggio Calabria all’ospedale Molinette di Torino: si tratta di un paziente affetto da insufficienza renale cronica e in dialisi dal 2009, che era già stato sottoposto a un trapianto di fegato nel 1994 nello stesso ospedale torinese.

Pier Luigi Fornasiero era di Gaglianico e aveva 70 anni. A stroncarlo, un ictus. «Si era sentito poco bene nella giornata di Ferragosto ed era andato a farsi visitare al Pronto soccorso. Poi - racconta un amico che vuole mantenere l’anonimato - dopo gli esami di routine e dopo che si era ripreso, era tornato a casa». Il giorno successivo, però, la situazione è precipitata. «Nel pomeriggio Pier Luigi era andato a ballare alla Peschiera di Valdengo con alcuni amici, come faceva spesso, e poi erano andati tutti insieme a cena agli Orsi. E’ lì che, all’improvviso, si è accasciato...». La voce del suo amico viene spezzata dal pianto al ricordo di quei momenti terribili: «E’ stato subito portato in ospedale, ma due giorni dopo era già in coma ed è mancato lunedì mattina».

Anche Pier Luigi, come Laura, ha dedicato molto tempo agli altri. Alpino, dipendente della Omli - Officina Meccanica Lavorazioni Inox di Valle Mosso, ora in pensione, l’uomo per molti anni è stato donatore di sangue, regolarmente iscritto all’Avis (prima di Vallestrona e poi di Biella), e, come ricorda il suo amico, «credo avesse anche ricevuto la medaglia d’oro dell’associazione, per questo. Ora, il suo regalo più grande: la donazione dei suoi organi. Voglio essere io a ringraziarlo a nome di tutte quelle persone che, attraverso la sua grande generosità, hanno potuto subire il trapianto e possono ricominciare a sperare e a vivere. Grazie, amico mio!», dice, commuovendosi.

Lara Bertolazzi

 

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