Il piano neve per Bielmonte passa da un “laghetto”

Bocciato collegamento con la diga: «Costa troppo».

Il piano neve per Bielmonte passa da un “laghetto”
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Il piano neve per Bielmonte passa da un “laghetto”.

«Il collegamento tra la diga di Camandona e Bielmonte costa troppo ed è stato scartato. Oggi il progetto valido e su cui si sta lavorando è la realizzazione di un piccolo laghetto nella zona di Monte Cerchio che, riempito con l’acqua che viene già prelevata tramite apposite concessioni dalle derivazioni del rio Artignaga, consentirà di migliorare la situazione per l’innevamento artificiale delle piste. Di almeno dieci volte». Così il geologo Massimo Biasetti interviene sul futuro dello sci nella località che deve fare i conti, anno dopo anno, con una quantità di neve naturale sempre minore e con una siccità che mette in crisi l’attuale piano. Non basta più la piccola vasca che viene riempita con un sistema di pompaggio che fatica a riempire 500 metri cubi e che, in una situazione di carenza idrica, mette in difficoltà non solo chi prepara le piste ma i bisogni di un intero comprensorio. Proprio domenica Bielmonte ha chiuso la stagione con lo stop agli impianti: le temperature sono troppo elevate per proseguire a sciare.

Idea scartata

Biasetti fa il punto, confermando che l’ipotesi di collegare Camandona è stata scartata per i costi di pompaggio «anche se poteva essere una buona idea». «L’attuale progetto, già approvato dal punto di vista ambientale, verrà consegnato entro fine mese per l’ok definitivo da parte della Regione, poi si andrà all’appalto. La ditta che ha presentato l’aspetto esecutivo farà anche l’intervento necessario. In totale sono 1,2 milioni di euro finanziato dalla Regione al 90% mentre dall’Oasi Zegna arriveranno circa 200mila euro. Nel progetto c’è anche l’adeguamento dell’impianto di innevamento, la sostituzione delle cabine elettriche e di alcune tubazioni. In questo modo, con un bacino che garantirà 10-12mila metri cubi di acqua (rispetto ai 500 metri cubi attuali) ci sarà la garanzia di poter innevare le piste di Monte Cerchio, quelle del Piazzale e di Buca di Forno. L’acqua potrà essere utilizzata anche in estate o nei periodi di siccità per combattere gli incendi». Proprio i periodi prolungati senza pioggia non rischiano di mettere a repentaglio la quantità di acqua e, di conseguenza, l’innevamento artificiale?: «Il laghetto si riempie nel periodo autunnale con le piogge. Ci sarà comunque la possibilità di mantenerlo pieno con dei rabbocchi grazie ad alcuni corsi d’acqua dell’area. In questo caso sono già attive delle concessioni per poterne prelevare».

La squadra

Il progetto è stato attivato dall'Unione montana del Biellese orientale ed è nato dallo Studio Associato Territorium di cui fanno parte, oltre a Biasetti, anche Corrado Panelli, Claudia Fiammengo e Barbara Loi. La “squadra” è completata dall’ingegner Claudio Francione per la parte tecnica e da Marco Chigioni che cura gli aspetti elettrici.

L.L.

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