Il grido d’aiuto dei piccoli comuni

All’evento “Sindaci D’Italia” il presidente Anci ha esposto una serie di problematiche, condivise dai sindaci biellesi.

Il grido d’aiuto dei piccoli comuni
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Il grido d’aiuto dei piccoli comuni. All’evento “Sindaci D’Italia” il presidente Anci ha esposto una serie di problematiche, condivise dai sindaci biellesi.

Il grido d'aiuto

E’ un grido d’aiuto disperato quello lanciato dai sindaci dei piccoli comuni italiani per voce del loro presidente, Antonio De Caro, che – durante l’evento “Sindaci D’Italia” organizzato da Poste Italiane a Roma lo scorso 28 ottobre - ha colto l’occasione per rivolgere un messaggio importante al presidente del consiglio dei ministri, Giuseppe Conte: «Difendere i piccoli comuni – ha detto - significa difendere il paese».

I biellesi

Richieste, quelle del presidente Anci, condivise da molti sindaci dei piccoli comuni biellesi che erano presenti all’evento: «Ho trovato l’intervento del presidente De Caro interessante e stimolante – dice il sindaco di Strona, Davide Cappio – è entrato nel vivo delle difficoltà dei piccoli comuni. La burocrazia ci sta affossando. Le incombenze dei piccoli comuni sono le stesse dei grandi comuni. Perdiamo tanto, troppo, tempo a compilare tabelle, facciamo una fatica incredibile. Abbiamo un segretario comunale a scavalco tra diversi comuni. I segretari comunali sono una parte fondamentale della vita amministrativa, noi sindaci abbiamo bisogno di una figura che ci guidi laddove necessario. Gli uffici fanno fatica anche a causa del numero troppo basso di dipendenti pubblici. Dobbiamo offrire servizi, ma se non abbiamo personale, che servizi possiamo offrire?».

In piedi

Molti sindaci hanno voluto celebrare l’intervento del presidente Anci alzandosi in piedi, al termine del discorso e rivolgendogli un lungo applauso: «Anch’io mi sono alzata – dice il primo cittadino di Donato, Desiree Duoccio – il suo è stato un discorso eccezionale, meraviglioso. Nessuno ti insegna a fare il sindaco, lo impari sulla tua pelle ogni giorno. Essere sindaco di un piccolo comune significa stare continuamente in mezzo alla gente. Io sono fortunata, ho una certa elasticità perché lavoro nell’impresa edile di mio marito, ma quello del sindaco è un mestiere che non si può fare a tempo perso».
«Antonio De Caro – dice il sindaco di Pray, Gian Matteo Passuello – è persona di lunga esperienza. Credo le sue siano state richieste di buon senso. Siamo vincolati da una marea di norme che bloccano molte importanti procedure. Abbiamo ragionieri che, poveretti, non sanno più che pesci prendere».

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