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Il crollo dei “sì”: «Tante nozze cancellate»

La wedding planner Erica Crivellaro: «Troppe incertezze per i futuri sposi»

Il crollo dei “sì”: «Tante nozze cancellate»
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La parola d’ordine è incertezza. E per quanto riguarda il settore dei matrimoni, anche indifferenza. Già, perché a distanza di un anno dall’inizio della pandemia di Covid, degli sposi in attesa di convolare a giuste nozze si è parlato pochissimo. Così come dell’indotto che ha subito, e continua a subire, conseguenze molto pesanti per i propri conti.

Come è cambiato lavoro di wedding planner

A raccontarci una storia di attesa e cancellazioni è Erica Crivellaro, 35 anni, di Occhieppo Inferiore. Lei, da otto anni e mezzo, i matrimoni li organizza mettendo a punto la giornata e ogni singolo dettaglio degli sposini. Il Covid ha fermato tutto, anche il lavoro di una wedding planner, il cui ruolo è sempre più apprezzato (e fondamentale) per la buona riuscita di un evento: «Nel 2020 è stato rimandato un buon 80% dei matrimoni di cui mi sarei dovuta occupare - spiega Erica - sono riuscita a far qualcosa a luglio e a ottobre. Il 2021 è iniziato male ma da un mese e mezzo sto ricevendo molte richieste inaspettate anche se di caparre non ne ho viste perché la gente non si fida del momento così incerto che stiamo vivendo».

«Tornata la voglia di sposarsi»

La risposta è uguale per tutti: «Sto dicendo alle coppie di restare pazienti - afferma - anche se dopo un anno di Covid la gente è molto stanca. Emerge il timore ma, per assurdo, mi cercano più di prima perché vogliono sentirsi tutelati. Io, nel frattempo, faccio consulenze on-line: a mancare però sono l’approccio e l’empatia, due fattori fondamentali per chi fa il nostro mestiere. Una parte confidenziale che si instaura con la coppia ma che, per ovvi motivi, non si riesce più ad avere». Alcuni matrimoni sono saltati per cause diverse: «Anche per coppie che si sono lasciate - dice Erica - durante il primo lockdown ho ricevuto moltissime chiamate, poi lo stop. Da due mesi, invece, è tornata la voglia di sposarsi e sono cambiate le richieste. Ora si cercano posti all’aperto con determinate caratteristiche».

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