Il Biellese va a caccia di medici di base

Sul territorio altri 15 pensionamenti in due anni. E la Regione discute il bonus “anti disagio”.

Il Biellese va a caccia di medici di base
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Il Biellese va a caccia di medici di base.

In Italia ci sono sempre meno medici di famiglia e, quei pochi rimasti, “fuggono” dalle aree montane e dai piccoli Comuni difficili da raggiungere, già alle prese con uno spopolamento inarrestabile. Così la Regione Piemonte ritorna alla carica con la proposta di incentivi economici a quei medici di famiglia che intendono proseguire l’attività nelle zone più disagiate, magari con decine di chilometri tra un paese e l’altro. Un bonus che soddisfa parzialmente i sindacati di categoria anche nel contesto biellese.

I dati

Da quindici anni medico di famiglia, Sergio Di Bella è segretario provinciale della Fimmg, il sindacato di categoria: «Nella realtà questo è un argomento trattato e ripreso ma mai ben approfondito - afferma - prendo atto che c’è ancora disponibilità da parte della Regione e mi auguro che questa parte sia inserita nell’accordo integrativo scritto in questi giorni. Al momento non abbiamo nulla di quantificato ma non vediamo altre alternative. Ormai si sta andando incontro ad un esaurimento della fase in cui chi voleva fare il medico di famiglia tornava sul proprio territorio per esercitare la professione dopo aver studiato medicina. Resta ancora inalterato, invece, il problema dei carichi di lavoro». Poi si va nel dettaglio: «L'unica analisi attendibile è quella del Gruppo di Ricerca Piemontese della Fimmg, che risale alla fine del 2017. Vista l'età media dei medici di famiglia piemontesi si prevede un'esponenziale crescita dei pensionamenti, mentre il numero attuale di medici che si specializzano in medicina generale ogni anno è fissato a 119. Secondo tali stime dal 2021 sono previsti 99.600 cittadini piemontesi senza medico di famiglia, dal 2022 saranno 230.400 e dal 2023 saliranno a 393.600. L'autunno scorso è stato annunciato un finanziamento di 68 borse di studio in più, quindi potrebbero essere "soltanto" 18.000 i piemontesi senza medico nel 2021. Ma per gli anni a venire? Nel Biellese, nell'arco del 2019, si prevedono 7 pensionamenti, nel 2020 saranno 8. I medici residenti nella provincia che frequentano il corso di specializzazione e potrebbero essere disponibili per l'incarico in questo periodo sono in tutto 4. E' chiaro che se non si ricorre a fattori "attrattivi", la situazione è destinata a precipitare».

La realtà

«Senza prenderci in giro - dice Di Bella - il calcolo del fabbisogno viene fatto in base al numero di residenti di età superiore a 14 anni. Un medico ogni 1200 abitanti. Il sistema in atto sta "assorbendo" le carenze in quanto in realtà ogni medico può assistere sino ad un massimo di 1500 abitanti. Questo però non è realistico in situazioni quali quelle dei piccoli comuni, specie se si vuole che il medico apra un ambulatorio in ogni comune, perché le ore della giornata non sono infinite e le energie del medico pure. E non tutti i medici, con l'avanzare dell'età, potrebbero esser disposti ad assistere il numero “massimale” di pazienti, ricorrendo di conseguenza alla prevista auto-limitazione».
Attualmente sono 121 i medici di famiglia che lavorano nel Biellese divisi in sei ambiti, ridotti grazie ad un accordo tra Asl e il sindacato.

L'accordo

Ma restano difficoltà evidenti: «Tanto che la necessità di avere dei medici di famiglia nelle aree montane biellesi è del 40%, percentuale più alta se si guarda a tutto il territorio. Ci sono realtà come il basso Biellese, ad esempio, che vengono tralasciate rispetto ad aree montane particolarmente complicate. Ben venga se si troverà un accordo per combattere la carenza di medici, così come la diminuzione del carico burocratico. A questo proposito siamo già venuti incontro alle difficoltà dei pazienti che faticavano a prenotare esami nei tempi prestabiliti da una impegnativa che durava due mesi. Oggi l’accordo con Regione prevede di allungare i tempi a 180 giorni».

Lorenzo Lucon

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