I pakistani nell’ex sede dell’Atap

I pakistani nell’ex sede dell’Atap
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BIELLA - La soluzione per i nove pakistani che hanno passato la nottata di martedì all’aperto e sotto la pioggia, ai giardini Zumaglini, è stata trovata nella tarda serata di mercoledì dal Comune di Biella su iniziativa del vicesindaco Diego Presa che, dopo le segnalazioni della presenza di altri migranti giunti al di fuori dai canali istituzionali, si è messo al lavoro per individuare una sede idonea alla loro accoglienza. 

La scelta è ricaduta su uno degli stabili recentemente lasciati vuoti e di proprietà del Comune di Biella. Nove pakistani sono stati così accompagnati nell’ex sede Atap, di viale Macallé, come detto rimasta vuota dopo il trasloco della società di trasporti nella nuova struttura lungo la strada di Gronda. Altri dieci pakistani sono invece tuttora ospitati al dormitorio di Biella. L’emergenza per i continui arrivi al di fuori delle reti convenzionali sembrava essersi placata, ma questa nuova ondata di arrivi di cittadini provenienti dal Pakistan che utilizzano mezzi propri per arrivare sino a Biella torna a preoccupare. Soprattutto perché il sistema dell’accoglienza a Biella è quasi al collasso, con la Prefettura impegnata ormai da mesi a cercare nuove strutture per la gestione dell’emergenza e l’accoglienza dei migranti. Diventa però assai difficile mettere in piedi una  pianificazione puntuale se gli arrivi al di fuori dei canali istituzionali continuano a verificarsi. 

Intanto Prefettura, Comuni e associazioni che operano sul territorio hanno siglato giovedì un protocollo d’intesa per regolamentare la possibilità di usufruire degli aiuti, tramite il volontariato dei migranti nel Biellese. Un documento che consentirà così di poterli impiegare in operazioni utili alla collettività. Il tutto rigorosamente normato dalle regole contenute nel protocollo. 

Enzo Panelli

BIELLA - La soluzione per i nove pakistani che hanno passato la nottata di martedì all’aperto e sotto la pioggia, ai giardini Zumaglini, è stata trovata nella tarda serata di mercoledì dal Comune di Biella su iniziativa del vicesindaco Diego Presa che, dopo le segnalazioni della presenza di altri migranti giunti al di fuori dai canali istituzionali, si è messo al lavoro per individuare una sede idonea alla loro accoglienza. 

La scelta è ricaduta su uno degli stabili recentemente lasciati vuoti e di proprietà del Comune di Biella. Nove pakistani sono stati così accompagnati nell’ex sede Atap, di viale Macallé, come detto rimasta vuota dopo il trasloco della società di trasporti nella nuova struttura lungo la strada di Gronda. Altri dieci pakistani sono invece tuttora ospitati al dormitorio di Biella. L’emergenza per i continui arrivi al di fuori delle reti convenzionali sembrava essersi placata, ma questa nuova ondata di arrivi di cittadini provenienti dal Pakistan che utilizzano mezzi propri per arrivare sino a Biella torna a preoccupare. Soprattutto perché il sistema dell’accoglienza a Biella è quasi al collasso, con la Prefettura impegnata ormai da mesi a cercare nuove strutture per la gestione dell’emergenza e l’accoglienza dei migranti. Diventa però assai difficile mettere in piedi una  pianificazione puntuale se gli arrivi al di fuori dei canali istituzionali continuano a verificarsi. 

Intanto Prefettura, Comuni e associazioni che operano sul territorio hanno siglato giovedì un protocollo d’intesa per regolamentare la possibilità di usufruire degli aiuti, tramite il volontariato dei migranti nel Biellese. Un documento che consentirà così di poterli impiegare in operazioni utili alla collettività. Il tutto rigorosamente normato dalle regole contenute nel protocollo. 

Enzo Panelli

 

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