E’ arrivata la prima condanna per “direttissima” per Giacomo Alafleur, 55 anni, sinto piemontese proveniente dall’Astigiano con un curriculum giudiziario di tutto rispetto, arrestato a fine ottobre dopo che aveva cercato di travolgere con una Mercedes più volte segnalata sui luoghi delle truffe e con targhe fasulle, un ispettore e un sovrintendente della Squadra mobile della polizia pur di riuscire a scappare dopo che era stato sorpreso con due presunti complici, tra cui il figlio, intenti a fingersi venditori di aspirapolvere “Folletto” pur di riuscire a truffare qualche persona anziana. Ieri mattina, l’imputato è stato condannato con rito abbreviato a otto mesi di reclusione, una batosta niente male rispetto al reato. Il giudice gli ha alla fine revocato i domiciliari ma gli ha comunque imposto l’obbligo di firma.
Prima del processo, il difensore del nomade sinto, avvocato Almondo di Torino, ha offerto 500 euro a titolo di risarcimento danni all’ispettore e al sovrintendente che per un soffio, quel giorno a Sandigliano, erano riusciti a evitare di essere travolti dall’imputato. Gli investigatori, tra i più esperti e stimati della Questura, hanno rifiutato i soldi indicando al legale l’ente cui devolverli e cioé il Fondo Edo Tempia di Biella per la lotta contro i tumori. Un bel gesto che tutti in aula hanno apprezzato e che rimarca ancora una volta il valore anche umano di questi poliziotti.
Valter Caneparo
Leggi di più sull'Eco di Biella in edicola
E’ arrivata la prima condanna per “direttissima” per Giacomo Alafleur, 55 anni, sinto piemontese proveniente dall’Astigiano con un curriculum giudiziario di tutto rispetto, arrestato a fine ottobre dopo che aveva cercato di travolgere con una Mercedes più volte segnalata sui luoghi delle truffe e con targhe fasulle, un ispettore e un sovrintendente della Squadra mobile della polizia pur di riuscire a scappare dopo che era stato sorpreso con due presunti complici, tra cui il figlio, intenti a fingersi venditori di aspirapolvere “Folletto” pur di riuscire a truffare qualche persona anziana. Ieri mattina, l’imputato è stato condannato con rito abbreviato a otto mesi di reclusione, una batosta niente male rispetto al reato. Il giudice gli ha alla fine revocato i domiciliari ma gli ha comunque imposto l’obbligo di firma.
Prima del processo, il difensore del nomade sinto, avvocato Almondo di Torino, ha offerto 500 euro a titolo di risarcimento danni all’ispettore e al sovrintendente che per un soffio, quel giorno a Sandigliano, erano riusciti a evitare di essere travolti dall’imputato. Gli investigatori, tra i più esperti e stimati della Questura, hanno rifiutato i soldi indicando al legale l’ente cui devolverli e cioé il Fondo Edo Tempia di Biella per la lotta contro i tumori. Un bel gesto che tutti in aula hanno apprezzato e che rimarca ancora una volta il valore anche umano di questi poliziotti.
Valter Caneparo
Leggi di più sull'Eco di Biella in edicola