Ha estratto il coltello dalla pancia del figlio per salvarlo. Il responso all'autopsia
Un gesto istintivo che potrebbe aver peggiorato la situazione. L'omicida resta in carcere. Gli elementi in mano alla difesa.

Sarebbe stato estratto dal padre della vittima, Antonio, il coltello da cucina che Gregory Gucchio, 22 anni, di Cossato, ha conficcato in pancia a Andrea Maiolo, 29 anni, durante il litigio scoppiato domenica poco prima delle 13 nel bar pasticceria “Le Tre A” di viale Macallé 26, il rinomato locale che si affaccia verso l’ingresso dello stadio La Marmora, finito ora sotto sequestro. Lo hanno rivelato i filmati registrati dalle numerose telecamere presenti nel locale che hanno immortalato qualsiasi movimento avvenuto sia all’interno sia all’esterno del bar, compreso il violento litigio del giorno prima che avrebbe scatenato il desiderio di rivalsa da parte della stessa vittima che, infatti, il giorno dopo sarebbe tornato all’attacco.
Ha agito d'istinto
E’ certo che il padre abbia estratto quel coltello in modo istintivo, con l’intenzione di aiutare il figlio, di salvargli la vita: non ci potrebbe essere altra spiegazione. Ma un tale gesto, compiuto da un profano e non da un medico, potrebbe aver anche contribuito a far peggiorare la ferita e l’emorragia interna che la lama avrebbe provocato. A stabilirlo sarà comunque l’autopsia già ordinata dal procuratore capo, Teresa Angela Camelio, e dal sostituto procuratore, Paola Francesca Ranieri, che domenica è rimasta sul luogo del delitto per più di un’ora insieme al commissario capo di Polizia Giovanni Buda. Quand’è uscita dalla pasticceria per salire sulla “civetta” che l’ha riportata in ufficio, la magistrata è apparsa visibilmente scossa. E’ stata lei a ordinare subito dopo la rimozione del cadavere, dopo i rilievi della Polizia scientifica e dopo che gli esperti della Poposta avevano recuperato gli hard disk dov’erano stati registrati i filmati tra cui l’intera scena del delitto.
L'autopsia
L’incarico al consulente, il medico legale Monica d’Amato di Torino, verrà conferito dalla Procura già domani. Non è ancora dato a sapersi se la difesa, affidata all’avvocato Cristian Conz dell’omonimo studio legale di Biella (Conz-Maimone), vorrà o meno affiancare al patologo scelto dal Pubblico ministero, anche un proprio consulente. Oltre a verificare se il gesto d’istinto commesso da padre della vittima di estrarre il coltello dall’addome del figlio possa aver rappresentato una concausa del tragico evento (se fosse stato lasciato al suo posto, avrebbe consentito di bloccare in parte l’emorragia sino all’arrivo dei sanitari del “118”?), il difensore potrebbe anche chiedere ulteriormente di definire meglio se, in effetti, il colpo è stato sul serio sferrato per uccidere - particolare di cui sembrano convinti gli investigatori - oppure se in quel momento qualcosa abbia o meno interferito con la traiettoria della lama.
Elementi della difesa
Sono gli unici elementi su cui la difesa potrebbe puntare per rendere meno pesante l’ipotesi accusatoria nei confronti del giovane omicida. Sono ormai pochissimi, infatti, gli elementi ancora da chiarire dagli inquirenti sul delitto di domenica al bar “Le Tre A”. Proprio i filmati avrebbero consentito a Polizia e Procura di avere un quadro quasi definitivo della situazione.
Resta in carcere
Intanto, l’altro giorno, il giudice delle indagini preliminari ha convalidato l’arresto di Gucchio e ha ribadito nei suoi confronti la custodia cautelare in carcere per pericolo di reiterazione del reato. L’udienza è durata poco in quanto il giovane, consigliato dal suo legale, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Qualcosa avrebbe però già rivelato domenica, dopo che gli agenti delle volanti lo hanno caricato in macchina per portarlo in Questura.