Gli ex sindaci portano la bara di Squillario
Malore del sindaco Corradino (superato), poi le toccanti esequie.
Gli ex sindaci di Biella Susta, Barazzotto, Gentile e Cavicchiolli hanno portato nel pomeriggiodi oggi, martedì, la bara di Luigi Squillario in Duomo per i funerali dell'avvocato e sindaco di Biella dal 1980 al 1990 mancato all'età di 85 anni nella notte tra sabato e domenica.
Cattedrale piena nei posti disponibili dal Covid
La cattedrale era occupata in tutti i posti disponibili dal distanziamento per il Covid e la cerimonia religiosa è stata toccante per la presenza da tanta gente, politici, amministratori, uomini delle istituzioni e semplici cittadini che hanno abbracciato i famigliari, compresa la moglie Maria Rosa accompagnata sulla sedia a rotelle dalle figlie Paola e Attilia con i rispettivi mariti. Il rito funebre è stato concelebrato dai vertici della Diocesi a partire dal vescovo Farinella. Nei primi banchi anche il sindaco attuale Claudio Corradino che, poco prima che il feretro facesse tappa nell'attiguo Palazzo Oropa, ha avuto un malore fortunatamente superato potendo così leggere il discorso pubblico di fronte allo scalone che porta alla sala del consiglio comunale.
Cordoglio bipartisan, le parole del vescovo e di Susta
Il cordoglio è stato bipartisan e la presenza di tanti amministratori attuali e di esponenti della cosiddetta Prima Repubblica hanno dimostrato - qualora ce ne fosse bisogno - il riconoscimento unanime per un uomo, un politico e un amministratore che aveva fatto dell'attività pubblica lo strumento di servizio verso la comunità biellese e il territorio biellese. Lo hanno ricordato a più riprese sia il vescovo Farinella nella sua omelia circostanziata, sia il "delfino" Susta che lui aveva scelto per la successione alla guida della città e che è stato chiamato all'orazione conclusiva che ha riscosso un forte applauso. E' stata, infine, la figlia Attilia a rendere conto della figura paterna esemplare con tutte le sue qualità umane.
Il Papa lo aveva chiamato "il sindaco di Oropa"
Ex sindaco e presidente della Fondazione Cassa di Risparmio, «rifuggiva la retorica», «non concedeva nulla alla mondanità» ed «aveva la porta era aperta a tutti» vivendo l'impegno pubblico con passione e responsabilità. Ricordato l'impegno per il santuario della madonna Nera, tanto forte che nel luglio 1989 papa Giovanni Paolo II l'aveva chiamato «sindaco di Oropa», la sua attenzione al bilancio comunale, i suoi interventi per l'ospedale e in tante altre partite per lo sviluppo del Biellese per il quale aveva una visione di futuro. La famiglia - che ha scelto per lui la lettura della nota parabola dei talenti dal Vangelo di Matteo - ha voluto rendere pubblici non solo i frutti dei suoi talenti, ma anche le passioni private: i film western, le serate in tv del sabato, le risate con Striscia la Notizia del biellese Ezio Greggio e il creme caramel, senza rifuggire la malattia che lo stava aggredendo.
Corradino: «L'eredità materiale e umana di un Maestro»
Nel discorso che il sindaco Corradino è riuscito a leggere prima delle esequie, a nome della comunità biellese e dopo aver decretato il lutto cittadino, l'attuale inquilino di Palazzo Oropa ha voluto ricordare che «con la sua scomparsa, Luigi Squillario lascia tanto in eredità non solo in termini materiali, vedi la firma sullo sviluppo urbanistico del piano regolatore comunale, ma alle persone, ai cittadini di questa comunità, che hanno avuto l’occasione di conoscerlo, apprezzarlo e spesso anche di ispirarsi a lui, un Maestro».