Gli avvocati in sciopero: foro “fermo” da martedì

Gli avvocati in sciopero: foro “fermo” da martedì
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BIELLA - Torneranno a incrociare le braccia, gli avvocati del foro biellese. A stabilirlo una recente delibera della Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane, con la quale si è stabilita un’ulteriore astensione degli avvocati dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale. Le giornate interessate dallo sciopero saranno quelle dei prossimi 2, 3, 4 e 5 maggio.

Lo stato di agitazione al quale sono invitate, ancora una volta, le Camere Penali territoriali rimetterà sul piatto del dibattito temi “caldi” della riforma e di un suo già denunciato contrasto - secondo l’Unione - «con i principi costituzionali e convenzionali dell’immediatezza, del contraddittorio, della presunzione di innocenza e della ragionevole durata».

La categoria professionale non è nuova alla dimostrazione di protesta. Due le precedenti delibere di astensione emesse in passato, gli scorsi 4 marzo e 17 marzo. Così motivate: «Si sono evidenziati limiti della riforma del processo penale di iniziativa governativa, ribadendo la profonda contrarietà, già manifestata con convinzione durante il lungo iter parlamentare del ddl e davanti alle Commissioni di giustizia della Camera e del Senato, alla riforma della prescrizione e dell’istituto del cosiddetto processo a distanza». A questi punti, la denuncia dell’Unione unisce quella sull’uso «dello strumento della fiducia, ai fini dell’approvazione del ddl, da parte del Governo, sottraendo al Parlamento ogni possibile confronto». Il voto di fiducia, intanto, è giunto al Senato. In vista dell’approdo alla Camera, gli avvocati si dicono intenzionati ad adottare ogni iniziativa di contrasto a quella che viene da loro giudicata come «modalità profondamente antidemocratica» e a una riforma volta a incidere «distorcendo gravemente il modello accusatorio dell’equo processo».

In futuro, prepara l’Unione delle Camere Penali Italiane, potrebbe non finire qui: i rappresentanti del foro si riservano, infatti, di indire «ulteriori manifestazioni nazionali». Come? «Mantenendo lo stato di agitazione dell’avvocatura penale e attivando ogni strumento comunicativo volto alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle forze politiche sul metodo e sul merito della riforma».   

BIELLA - Torneranno a incrociare le braccia, gli avvocati del foro biellese. A stabilirlo una recente delibera della Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane, con la quale si è stabilita un’ulteriore astensione degli avvocati dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale. Le giornate interessate dallo sciopero saranno quelle dei prossimi 2, 3, 4 e 5 maggio.

Lo stato di agitazione al quale sono invitate, ancora una volta, le Camere Penali territoriali rimetterà sul piatto del dibattito temi “caldi” della riforma e di un suo già denunciato contrasto - secondo l’Unione - «con i principi costituzionali e convenzionali dell’immediatezza, del contraddittorio, della presunzione di innocenza e della ragionevole durata».

La categoria professionale non è nuova alla dimostrazione di protesta. Due le precedenti delibere di astensione emesse in passato, gli scorsi 4 marzo e 17 marzo. Così motivate: «Si sono evidenziati limiti della riforma del processo penale di iniziativa governativa, ribadendo la profonda contrarietà, già manifestata con convinzione durante il lungo iter parlamentare del ddl e davanti alle Commissioni di giustizia della Camera e del Senato, alla riforma della prescrizione e dell’istituto del cosiddetto processo a distanza». A questi punti, la denuncia dell’Unione unisce quella sull’uso «dello strumento della fiducia, ai fini dell’approvazione del ddl, da parte del Governo, sottraendo al Parlamento ogni possibile confronto». Il voto di fiducia, intanto, è giunto al Senato. In vista dell’approdo alla Camera, gli avvocati si dicono intenzionati ad adottare ogni iniziativa di contrasto a quella che viene da loro giudicata come «modalità profondamente antidemocratica» e a una riforma volta a incidere «distorcendo gravemente il modello accusatorio dell’equo processo».

In futuro, prepara l’Unione delle Camere Penali Italiane, potrebbe non finire qui: i rappresentanti del foro si riservano, infatti, di indire «ulteriori manifestazioni nazionali». Come? «Mantenendo lo stato di agitazione dell’avvocatura penale e attivando ogni strumento comunicativo volto alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle forze politiche sul metodo e sul merito della riforma».   

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