«Gli animali non sono stati avvelenati»
CAMPIGLIA CERVO - Una nuova presa di posizione, questa volta del sindaco di Campiglia Cervo, Maurizio Piatti, relativa all’ormai annosa vicenda che riguarda la moria di animali all’Azienda agricola “La Rondanella”, di proprietà di Luca Oreste Pozzato. Dopo le varie prese di posizione e la produzione di documenti per attestare l’avvelenamento degli animali in Valle Cervo, il primo cittadino scende in campo e spiega punto per punto quanto accaduto.
«L’azienda agricola “La Rondanella” - sostiene Piatti - nel corso degli ultimi tre anni denuncia e segnala la morte di numerosi capi ovini, caprini, un suino e un lama per un totale di animali che supera le sessanta unità. Queste morti sarebbero causate, a detta del proprietario, da un avvelenamento da topicida. Il Comune ha sempre seguito la vicenda segnalandola alle autorità competenti, carabinieri di Andorno e servizio veterinario dell’Asl di Biella. Le autorità accertano, come da dichiarazioni del titolare Pozzato, che molti degli animali sono stati seppelliti da lui stesso, nell’orto adiacente la stalla dell’allevamento e non erano censiti nei documenti necessari. Alcune di queste povere bestie, circa 13, sono state, nel tempo, prelevate dal servizio veterinario e inviate all’Istituto Zooprofilattico sperimentale di Torino, competente per tutta la Regione per gli accertamenti e le dovute analisi. In tre casi l’istituto trova tracce di dicumarolo, sostanza presente anche nelle esche topicide, e lo comunica all’Asl di Biella e al Comune; nello stesso tempo l’Asl dice a me che la quantità di veleno riscontrata non è sufficiente a causare la morte. Siamo al novembre del 2015».
Il lungo excursus del sindaco di Campiglia Cervo Maurizio Piatti continua: «Il titolare accusa il Comune e le autorità competenti di non voler arrivare in fondo alla vicenda, di essere negligenti, di voler coprire qualcosa o qualcuno. Il 7 di novembre dello scorso anno il servizio veterinario dell’Asl di Biella, vista la nota dell’Istituto Zooprofilattico di Torino datata 26 settembre, produce una relazione definitiva in cui si attesta che gli esiti degli esami autoptici e tossicologici dimostrano che i decessi sono da imputarsi ad un concorso di cause di origine parassitaria, infettiva e gestionale. Tanto che l’Asl, quanto l’Istituto escludono che la causa dei decessi possa essere ricondotta ad ipotesi di avvelenamento (doloso o accidentale) in quanto l’esame qualitativo della molecola di dicumarolo, riscontrata peraltro su soli tre capi, è da ricondursi a fenomeni di bioaccumulo e non di avvelenamento acuto. E tutte queste evidenze scientifiche sono a conoscenza del titolare, il signor Pozzato».
Una vicenda complessa che ha poi trovato riscontro anche online, con la firma di una petizione da inviare alla Procura della Repubblica per far luce su quanto accaduto in Valle Cervo in questi anni. «Io - dice il sindaco - essendo pubblico ufficiale, non posso basarmi sulle sensazioni o sulle voci ma devo attenermi ai fatti e agli atti ufficiali. I documenti dell’Asl di Biella e dell’Istituto Zooprofilattico di Torino del novembre scorso, che escludono l’avvelenamento, parlano chiaro e sono da ritenersi esaustivi per quanto riguarda, fino ad oggi, la vicenda. Nell’eventualità venisse prodotta nuova documentazione che prova in modo inconfutabile il contrario, cioè il sicuro avvelenamento degli animali, si prenderanno i provvedimenti necessari».
Enzo Panelli
CAMPIGLIA CERVO - Una nuova presa di posizione, questa volta del sindaco di Campiglia Cervo, Maurizio Piatti, relativa all’ormai annosa vicenda che riguarda la moria di animali all’Azienda agricola “La Rondanella”, di proprietà di Luca Oreste Pozzato. Dopo le varie prese di posizione e la produzione di documenti per attestare l’avvelenamento degli animali in Valle Cervo, il primo cittadino scende in campo e spiega punto per punto quanto accaduto.
«L’azienda agricola “La Rondanella” - sostiene Piatti - nel corso degli ultimi tre anni denuncia e segnala la morte di numerosi capi ovini, caprini, un suino e un lama per un totale di animali che supera le sessanta unità. Queste morti sarebbero causate, a detta del proprietario, da un avvelenamento da topicida. Il Comune ha sempre seguito la vicenda segnalandola alle autorità competenti, carabinieri di Andorno e servizio veterinario dell’Asl di Biella. Le autorità accertano, come da dichiarazioni del titolare Pozzato, che molti degli animali sono stati seppelliti da lui stesso, nell’orto adiacente la stalla dell’allevamento e non erano censiti nei documenti necessari. Alcune di queste povere bestie, circa 13, sono state, nel tempo, prelevate dal servizio veterinario e inviate all’Istituto Zooprofilattico sperimentale di Torino, competente per tutta la Regione per gli accertamenti e le dovute analisi. In tre casi l’istituto trova tracce di dicumarolo, sostanza presente anche nelle esche topicide, e lo comunica all’Asl di Biella e al Comune; nello stesso tempo l’Asl dice a me che la quantità di veleno riscontrata non è sufficiente a causare la morte. Siamo al novembre del 2015».
Il lungo excursus del sindaco di Campiglia Cervo Maurizio Piatti continua: «Il titolare accusa il Comune e le autorità competenti di non voler arrivare in fondo alla vicenda, di essere negligenti, di voler coprire qualcosa o qualcuno. Il 7 di novembre dello scorso anno il servizio veterinario dell’Asl di Biella, vista la nota dell’Istituto Zooprofilattico di Torino datata 26 settembre, produce una relazione definitiva in cui si attesta che gli esiti degli esami autoptici e tossicologici dimostrano che i decessi sono da imputarsi ad un concorso di cause di origine parassitaria, infettiva e gestionale. Tanto che l’Asl, quanto l’Istituto escludono che la causa dei decessi possa essere ricondotta ad ipotesi di avvelenamento (doloso o accidentale) in quanto l’esame qualitativo della molecola di dicumarolo, riscontrata peraltro su soli tre capi, è da ricondursi a fenomeni di bioaccumulo e non di avvelenamento acuto. E tutte queste evidenze scientifiche sono a conoscenza del titolare, il signor Pozzato».
Una vicenda complessa che ha poi trovato riscontro anche online, con la firma di una petizione da inviare alla Procura della Repubblica per far luce su quanto accaduto in Valle Cervo in questi anni. «Io - dice il sindaco - essendo pubblico ufficiale, non posso basarmi sulle sensazioni o sulle voci ma devo attenermi ai fatti e agli atti ufficiali. I documenti dell’Asl di Biella e dell’Istituto Zooprofilattico di Torino del novembre scorso, che escludono l’avvelenamento, parlano chiaro e sono da ritenersi esaustivi per quanto riguarda, fino ad oggi, la vicenda. Nell’eventualità venisse prodotta nuova documentazione che prova in modo inconfutabile il contrario, cioè il sicuro avvelenamento degli animali, si prenderanno i provvedimenti necessari».
Enzo Panelli