timori per l'accoglienza

Gli albergatori: «Futuro a tinte fosche»

Hotel chiusi e il timore di una ripartenza frenata con l’arrivo della cosiddetta Fase 2

Gli albergatori: «Futuro a tinte fosche»
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Gli albergatori: «Futuro a tinte fosche».

Timori per l'accoglienza

C’è un’altra categoria che in questo momento di emergenza da coronavirus è in forte difficoltà. E’ quella degli albergatori che, dopo la chiusura dell’Italia ora si interrogano sul futuro, sulla cosiddetta Fase 2, senza nessun tipo di certezza. Sia per quanto concerne le nuove regole che dovranno essere messe in campo per riaprire, sia e, soprattutto, per le tempistiche. E in un anno come il 2020, che era partito con grandi aspettative legate soprattutto ai Grandi eventi programmati nel Biellese, dalla Passione di Sordevolo all’Incoronazione di Oropa, ora ci si ritrova a singhiozzo a pensare a cosa accadrà.

Le testimonianze

Dario Tosetti, dell’Agorà Palace Hotel, segue da vicino l’evolversi della situazione. E fa alcune importanti considerazioni. «La nostra tipologia di clienti - spiega - è legata soprattutto al business, mentre l’aspetto turistico lo sentiamo meno anche se riveste la sua importanza. Ora c’è da capire cosa accadrà quando la fase emergenziale terminerà e, soprattutto, se le consuetudini torneranno quelle di prima. C’è da capire se per lavoro la gente tornerà a spostarsi o si andrà a prediligere lo smart working come in questo periodo di chiusura. Per noi è un aspetto fondamentale da comprendere perché tenere aperto con una ventina di clienti, visti i costi fissi, diventa difficile. Siamo in una situazione che potrei tranquillamente definire surreale, non mi sarei mai aspettato di viverla».

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