Giostraio forse ucciso da un violento colpo alla testa

Giostraio forse ucciso da un violento colpo alla testa
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C’è attesa per i risultati dell’autopsia eseguita ieri sulla salma di Pietro Bello, 55 anni, il disabile di Magenta, che dopo un incidente sul lavoro si era reinventato come giostraio, trovato morto venerdì sera nell’abitazione di un pregiudicato di Valle Mosso, Cristian Angileri, 39 anni, ora in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Il corpo, a pancia in giù, è stato trovato nel sottotetto dell’abitazione dell’uomo, avvolto in una coperta e con i polsi stretti da fascette di plastica. L’autopsia avrebbe evidenziato un trauma cranico e delle ferite sul volto della vittima. Il medico legale avrebbe altresì escluso la morte per infarto.
I risultati li attendono gli inquirenti, per poter meglio definire le accuse, tra le quali potrebbe concretizzarsi anche quella di occultamento di cadavere. Se è infatti vero che il padrone di casa non avrebbe nelle ore successive la morte cercato di disfarsi del corpo portandolo in un altro luogo, lo ha comunque nascosto - spaventato per ciò che era successo -  in una porzione disabitata e fatiscente della sua abitazione, distante comunque dal punto in cui il giostraio è morto, al pianterreno dello stesso edificio.
Valter Caneparo

Leggi di più sull'Eco di Biella di giovedì 11 maggio 2017

C’è attesa per i risultati dell’autopsia eseguita ieri sulla salma di Pietro Bello, 55 anni, il disabile di Magenta, che dopo un incidente sul lavoro si era reinventato come giostraio, trovato morto venerdì sera nell’abitazione di un pregiudicato di Valle Mosso, Cristian Angileri, 39 anni, ora in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale. Il corpo, a pancia in giù, è stato trovato nel sottotetto dell’abitazione dell’uomo, avvolto in una coperta e con i polsi stretti da fascette di plastica. L’autopsia avrebbe evidenziato un trauma cranico e delle ferite sul volto della vittima. Il medico legale avrebbe altresì escluso la morte per infarto.
I risultati li attendono gli inquirenti, per poter meglio definire le accuse, tra le quali potrebbe concretizzarsi anche quella di occultamento di cadavere. Se è infatti vero che il padrone di casa non avrebbe nelle ore successive la morte cercato di disfarsi del corpo portandolo in un altro luogo, lo ha comunque nascosto - spaventato per ciò che era successo -  in una porzione disabitata e fatiscente della sua abitazione, distante comunque dal punto in cui il giostraio è morto, al pianterreno dello stesso edificio.
Valter Caneparo

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