Giornata mondiale dell’acqua 2019 oggi la ricorrenza
E' stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992.
Giornata mondiale dell’acqua 2019 oggi la ricorrenza. E’ stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1992.
Giornata mondiale dell’acqua 2019 oggi la ricorrenza
La Giornata Mondiale dell’Acqua (in inglese: World Water Day) è una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, prevista all’interno delle direttive dell’agenda 21, risultato della conferenza di Rio. Il 22 marzo di ogni anno gli Stati che siedono all’interno dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite sono invitati alla promozione dell’acqua promuovendo attività concrete nei loro rispettivi Paesi. Con la coordinazione del dipartimento degli affari sociali e economici dell’ONU, la giornata internazionale dell’acqua 2005 determinò l’inizio di una seconda decade internazionale delle Nazioni Unite dedicata alle azioni per l’acqua. Oltre gli Stati membri del Palazzo di Vetro, dal 2005 anche una serie di Organizzazioni Non Governative hanno utilizzato tale giornata come momento per sensibilizzare l’attenzione del pubblico sulla critica questione dell’acqua nella nostra era, con occhio di riguardo all’accesso all’acqua dolce e alla sostenibilità degli habitat acquatici. Ogni tre anni, a partire dal 1997, il World Water Council, organismo non governativo internazionale creato nel 1996 come piattaforma degli organismi internazionali e specialisti nel settore dell’acqua, con uno status consultivo speciale loro attribuito da Unesco ed Ecosoc, convoca un World Water Forum (Forum sull’acqua) per raccogliere i contributi e dibattere intorno agli attuali problemi locali, regionali e globali, problemi che non possono essere risolti senza un accordo quadro con obiettivi e strategie comuni.
Il Rapporto mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo delle risorse idriche 2019
In occasione della Giornata Internazionale dell’Acqua, il 22 marzo, le Nazioni Unite hanno presentato il Rapporto mondiale sullo sviluppo delle risorse idriche 2019 dal titolo “Nessuno sia lasciato indietro“. Secondo il documento ci sono ancora degli “esclusi” dall’acqua: “Le motivazioni di discriminazione sono tanto numerose quanto inaccettabili, con la povertà che di frequente costituisce una delle cause principali. In numerose regioni del mondo donne e bambine sono costantemente oggetto di discriminazione e diseguaglianze nell’accedere ai propri diritti umani all’acqua potabile e a servizi igienico-sanitari sicuri. Le minoranze – etniche e altre – tra cui popolazioni indigene, migranti e rifugiati e persone con ascendenze specifiche (ad esempio caste) sono spesso oggetto di discriminazione e lo stesso vale per le minoranze religiose e linguistiche. La disabilità, l’età e le condizioni di salute possono anch’esse costituire causa di discriminazione; in effetti le persone con disabilità fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali costituiscono una percentuale preponderante di coloro che sono impossibilitati ad accedere ad acqua potabile e servizi igienico-sanitari sicuri”.
Una domanda che crescerà ancora
In tutto il mondo, secondo il documento delle Nazioni Unite, il tasso di utilizzo dell’acqua è cresciuto di circa l’1% all’anno a partire dagli anni ’80 a causa della combinazione di diversi fattori: crescita della popolazione, sviluppo socioeconomico e cambiamento dei modelli di consumo. Secondo le previsioni, la domanda globale di acqua continuerà a crescere ad un tasso simile fino al 2050, superando di circa il 20-30% i livelli di utilizzo attuali, principalmente in ragione della crescente domanda a livello industriale e domestico. Più di due miliardi di persone vivono in paesi soggetti a tassi elevati di stress idrico, mentre circa quattro miliardi di persone devono affrontare gravi scarsità idriche per almeno un mese all’anno. I livelli di stress idrico continueranno a crescere con l’incremento della domanda di acqua e con l’intensificarsi degli effetti dei cambiamenti climatici.
Acqua per tutti? Obiettivo possibile
“Migliorare la gestione delle risorse idriche e garantire l’accesso ad acqua potabile e a impianti igienico-sanitari sicuri ed economicamente accessibili per tutti – si conclude il documento – costituisce un fattore essenziale per sradicare la povertà, costruire società pacifiche e prospere e garantire che “nessuno sia lasciato indietro” lungo il percorso verso lo sviluppo sostenibile. Si tratta di obiettivi che possono tutti essere conseguiti, purché sussista la volontà collettiva di farlo”.
In foto rifugiati nel campo di Zaatari in Giordania. © UNHCR/B. Sokol, www.flickr.com, (CC BY-NC-SA 2.0)
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