Gioca e s’indebita per 130mila euro
Per un giocatore che vince alle slot, magari un mucchio di soldi come la scorsa settimana a Cossato con 500mila euro, quanti sono i giocatori che perdono, giocano e continuano a perdere, s’indebitano, giocano ancora e perdono nuovamente fino ad accumulare vere e proprie fortune di debiti? Un numero enorme, impensabile. E tutti sono “soggetti a rischio”, ad una spanna dal trasformarsi in giocatori compulsivi e patologici, veri e propri malati progressivi e bisognosi di cure. Perché uno può anche provarci a restare distante da luci, suoni e da quei numeri che girano, girano e promettono un futuro con le tasche piene di soldi. Ma non ce la può fare senza un aiuto.
Il caso. C’è la storia di un paziente dei Sert - i centri per la cura delle tossicodipendenze che fanno capo all’Asl di Biella (in città, in via Delleani, e in via Marconi 166 a Cossato) - che colpisce e sconvolge più delle altre, tra quelle che si conoscono. E’ la storia di un giocatore patologico, un operaio, padre di famiglia, che per giocare con le macchinette ha accumulato ben 130mila euro di debiti. Nonostante il 5° dello stipendio bloccato, le finanziarie hanno continuato a prestargli denaro (magari con la firma d’avvallo della moglie o degli anziani genitori) che subito dopo ha giocato e perso. Un valido aiuto quest’uomo l’ha trovato negli stessi Sert e nel gruppo dei “giocatori anonimi” che opera in via Orfanatrofio 12 a Biella (giovedì dalle 19 alle 21, vedere articolo in alto) oppure nella parrocchia di corso San Lorenzo a Candelo (martedì dalle 19 alle 21 e sabato dalle 14 e 30 alle 16).
In cura. Come questa storia, ce ne sono tante altre che i protagonisti non hanno ancora avuto la possibilità di raccontare. Sono una sessantina i giocatori d’azzardo patologici che si sono rivolti ai due Sert di Biella e di Cossato per chiedere aiuto, per potersi curare da quella che viene identificata come una vera e propria dipendenza in quanto utilizza gli stessi meccanismi neuronali delle altre dipendenze (droga, alcol). Agli inevitabili sintomi psicologici, con la depressione in testa, si fanno ben presto largo quelli fisici, come ansia, insonnia, tachicardia.
La punta dell’iceberg. La maggior parte degli accessi è avvenuta negli ultimi due anni. «Ma esiste un sommerso enorme. Quella che si rivolge ai servizi approntati dall’Asl è purtroppo solo la punta di un iceberg...», spiega Loredana Acquadro, psicologa, in forza al Sert di Cossato (responsabile del servizio è il medico Lorenzo Somaini mentre a Biella c’è lo psicologo Antonio Martinotti), esperta in materia di “Gap” (Gioco d’azzardo patologico), impegnata da anni in quella che si sta trasformando in una guerra senza quartiere al continuo lievitare del numero dei soggetti a rischio. «Si prevede pertanto - ribadisce l’esperta dell’Asl - che vi sarà un’ulteriore crescita di domanda nei prossimi anni...».
Le cifre. Dai dati raccolti, emerge una netta prevalenza di accessi ai Sert da parte di uomini (80% contro il 20% di donne). Il 50% del campione è coniugato, il 12% è separato, il 5% vedovo, il 30% celibe o nubile e il resto non ha risposto. La metà delle persone che ha chiesto aiuto, possiede la licenza media inferiore, 10 hanno il diploma, 6 la licenza elementare, 2 hanno frequentato la scuola professionale e gli altri 12 casi non sono stati rilevati. Per quanto riguarda la situazione occupazionale, prevalgono quelle apparentemente non critiche: 35 persone risultano occupate, 12 disoccupate, 5 in pensione, 2 in cassa integrazione, un invalido e 5 non hanno risposto.Per quanto riguarda la rilevazione sulla durata del trattamento, questa risente della forte presenza di utenti che sono ancora in carico al servizio: 20 persone sono ancora in cura, 7 sono rimaste in trattamento meno di un mese, 5 oltre 12 mesi, 8 tra uno e tre mesi, 13 fra tre e sei mesi, 7 tra sei e dodici mesi.Oltre due terzi degli utenti ha segnalato come gioco prevalente che li ha portati al tracollo le slot machine.
Valter Caneparo