Gabbiano morto a Viverone, si teme che possa trattarsi di un caso di aviaria
Carcassa recuperata dal servizio veterinario dell'Asl di Biella e consegnata all'istituto zooprofilattico di Torino per le analisi.
Un gabbiano morto (nella foto un esemplare vivo fotografato nei giorni scorsi al lago) è stato segnalato e recuperato sabato mattina sulle sponde del Lago di Viverone, nella zona della Masseria, dal servizio veterinario dell'Asl di Biella. La carcassa è stata poi consegnata all’istituto zooprofilattico di Torino per essere sottoposta ad analisi ed escludere o meno che si sia trattato di un caso di influenza aviaria che, nelle ultime settimane, ha colpito soprattutto in modo massiccio la zona del basso lago di Garda. Per il Piemonte sarebbe il primo caso.
Analoghi casi sono stati registrati in Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia ed Emilia-Romagna, ma i maggiori focolai sono concentrati nei paesi del basso lago di Garda: il primo caso confermato di morte per aviaria è di Toscolano Maderno, ma le carcasse sono state ritrovate anche a Desenzano, Sirmione, Peschiera, Manerba, Padenghe e San Felice del Benaco.
La segnalazione
Le autorità sanitarie dell’Asl di Biella ci hanno messo veramente poco, sabato, a rispondere alla segnalazione che era giunta per prima a Mario Raffa, addetto dell'associazione "Nata Libera" (che da qualche mese ha preso in appalto il recupero degli animali selvatici) che l’ha immediatamente girata a chi di dovere. A fare la segnalazione è stato un guardapesca della Fipsas che era a conoscenza dei casi di influenza aviaria registrati in questi giorni sul Lago di Garda.
Tanti casi
Il primo caso è stato riscontrato il 18 febbraio, ma nelle ultime settimane le carcasse degli uccelli ritrovate nella zona del basso Garda hanno raggiunto e probabilmente superato il centinaio. Le analisi degli istituti zooprofilattici delle zone interessate hanno confermato che la causa dei numerosi decessi dei gabbiani è l’influenza aviaria, che negli ultimi mesi ha creato problemi in Europa e nel mondo a vari allevamenti intensivi di pollame e anche alla fauna selvatica.