Furto sull’auto lasciata aperta: prosciolto

Furto sull’auto lasciata aperta: prosciolto
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BIELLA - Se il ladro ruba nell’abitacolo di un’auto in sosta lungo la pubblica via, lasciata aperta dal proprietario per trascuratezza o per mera comodità, non si tratta di furto aggravato e quindi procedibile d’ufficio bensì di furto semplice per il quale è necessaria, per procedere, la presentazione di una idonea denuncia querela, con la persona offesa che chiede a chiare lettere la punizione del colpevole.
Lo ha motivato nei giorni scorsi il giudice Pietro Brovarone - che si è rifatto ad una recente pronuncia della Suprema Corte di Cassazione - in una sentenza con la quale ha dichiarato il “non doversi procedere per difetto di valida condizione di procedibilità” nei confronti di un pregiudicato di 50 anni, di Biella, accusato di furto aggravato proprio su un’auto in sosta. L’imputato, peraltro, è stato giudicato in contumacia in quanto non si è nemmeno presentato in aula facendosi rappresentare dall’avvocato Sergio Gronda.
Non era stato della stessa opinione del giudice, il Pubblico ministero onorario, Maurizio Rossetto, che al termine della requisitoria aveva infatti chiesto per l’imputato la condanna a un anno e mezzo di reclusione.
Valter Caneparo

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BIELLA - Se il ladro ruba nell’abitacolo di un’auto in sosta lungo la pubblica via, lasciata aperta dal proprietario per trascuratezza o per mera comodità, non si tratta di furto aggravato e quindi procedibile d’ufficio bensì di furto semplice per il quale è necessaria, per procedere, la presentazione di una idonea denuncia querela, con la persona offesa che chiede a chiare lettere la punizione del colpevole.
Lo ha motivato nei giorni scorsi il giudice Pietro Brovarone - che si è rifatto ad una recente pronuncia della Suprema Corte di Cassazione - in una sentenza con la quale ha dichiarato il “non doversi procedere per difetto di valida condizione di procedibilità” nei confronti di un pregiudicato di 50 anni, di Biella, accusato di furto aggravato proprio su un’auto in sosta. L’imputato, peraltro, è stato giudicato in contumacia in quanto non si è nemmeno presentato in aula facendosi rappresentare dall’avvocato Sergio Gronda.
Non era stato della stessa opinione del giudice, il Pubblico ministero onorario, Maurizio Rossetto, che al termine della requisitoria aveva infatti chiesto per l’imputato la condanna a un anno e mezzo di reclusione.
Valter Caneparo

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