Dalla Procura

"Furbetti del vaccino": chiusa l'inchiesta, sono 24 gli indagati verso il processo

Ci sono anche i vertici dell'Asl e personaggi molto conosciuti che avranno ora la possibilità di difendersi.

"Furbetti del vaccino": chiusa l'inchiesta, sono 24 gli indagati verso il processo
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"Furbetti del vaccino": chiusa l'inchiesta, sono 24 gli indagati verso il processo.

Chiusa l'inchiesta

E’ stata chiusa dalla Procura l’inchiesta sui “furbetti del vaccino”. Gli indagati sono 24 in qunato alla fine si è aggiunto il nome dell’avvocato Carlo Boccacino (difeso dal collega Carlo Boggio Marzet), nei cui confronti l'accusa è di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico. Si sarebbe fatto vaccinare rispetto ai normali tempi di attesa compilando la dichiarazione sostitutiva di notorietà sulla quale avrebbe sbarrato la casella corrispondente alla categoria farmacie, attestando così in modo falso - stando alla Procura - di collaborare con la farmacia della moglie in modo da aiutarla ogni tanto a consegnare medicinali a privati e Rsa.

Anche i vertici dell'Asl

Restano nel processo i funzionari Asl Diego Poggio, Vincenzo D'Aloia e Carla Becchi (avvocato Domenico Duso e, per la sola Becchi, anche da Andrea Vernazza). Per loro il reato ipotizzato è l’omissione di atti d'ufficio. L'ex commissario Poggio è accusato anche di omessa denuncia da parte di pubblico ufficiale. Tutti gli altri indagati sono invece accusati di peculato.

Anche il direttore dell'Unione industriale

Il direttore dell'Unione Industriale Corcione, è altresì accusato d’aver rilasciato false informazioni al Pubblico ministero. Sentito in merito alla vaccinazione, avrebbe infatti dichiarato di essersi recato nella casa di riposo del Favaro gestita da Anteo insieme ad «alcuni amici», tra cui Monteleone e Casalvolone, pur non avendo una prenotazione. A suo dire una persona non si era presentata e per evitare di restituire il vaccino sarebbe stato somministato a lui.

Nelle case di riposo

Le stesse accuse sono mosse anche nei confronti dell'avvocato Domenico Monteleone, di sua moglie Donatella Pelle e della direttrice della casa di riposo di Miagliano, Raffaella Pella. Il reato di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico è invece contestato al dottor Carlo Marinone, direttore sanitario della struttura «Giovanni XXIII» di Lessona.

La procedura

Ora gli indagati avranno la possibilità di essere interrogati e di presentare le loro memorie. Dopo di che verrà fatta istanza di rinvio a giudizio al giudice delle indagini preliminari.

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