Forno dell'orrore: fissato il processo per i Ravetti

Sette hanno accettato il risarcimento, altri lo hanno respinto.

Forno dell'orrore: fissato il processo per i Ravetti
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Forno dell'orrore: fissato il processo per i Ravetti.

La parte civile

«Nessuno dei nostri clienti ha accettato la richiesta di risarcimento. Ci hanno solo comunicato che è stata fissata l’udienza per l’8 gennaio...». E’ quanto si limita a dire l’avvocato Alessandra Guarini, legale di Codacons, che rappresenta sette parti offese (per i casi delle cremazioni multiple e per la truffa delle salme estratte dalle bare di zinco per risparmiare tempo e denaro nella cremazione pretendendo però dai congiunti il doppio del compenso rispetto a una normale cremazione) nella tranche di procedimento per lo scandalo del forno crematorio di Biella che vede come imputati i fratelli Alessandro e Marco Ravetti.

Risarcimenti

Almeno altre sette parti offese, della quindicina identificate dalla Procura nel contesto di questo procedimento, avrebbero invece accettato la proposta di risarcimento da parte dei Ravetti. Sarebbe un modo per tentare di chiudere il processo con un patteggiamento, invece di rischiare un giudizio, che anche con il rito abbreviato, potrebbe portare a una dura condanna, superiore a quanto previsto per la concessione della condizionale. Nei sette casi è ipotizzato il reato di truffa per la vicenda delle salme estratte dalle bare di zinco per essere poi inserite in contenitori di cartone con lo zinco che era stato smaltito con la complicità di un dipendente della Seab.

Proposta di patteggiamento

E’ quindi possibile che il pool di difensori presenti nei prossimi giorni l’ennesima proposta di patteggiamento al procuratore Teresa Angela Camelio che aveva già respinto la prima proposta. I fratelli Ravetti sono accusati di tre doppie cremazioni, falso per le correzioni sul registro e di quattordici violazioni di sepolcro. Le accuse avevano trovato conferma nelle indagini condotte dai carabinieri che lavorano in Procura coordinati dal luogotenente Tindaro Gullo. Tra le parti offese è stato inserito anche il Comune di Biella che potrebbe valutare la costituzione di parte civile.

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