il documento pro palestina

Flash mob di dieci associazioni biellesi pro Palestina

Giovedì alle 17, davanti al Comune di Biella, "un flash mob di solidarietà con la popolazione palestinese e con la sua resistenza all'occupazione israeliana"

Flash mob di dieci associazioni biellesi pro Palestina
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Dieci associazioni biellesi hanno organizzato per giovedì  prossimo, 20 maggio, alle ore 17, davanti al Comune di Biella, un flash mob di solidarietà con la popolazione palestinese e con la sua resistenza all'occupazione israeliana. Alla fine della manifestazione, una delegazione si recherà in Prefettura per consegnare un documento da inoltrare al Governo Italiano, nella persona del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro degli Esteri.

Queste le dieci associazioni biellesi che promuoveranno il flash mob di giovedì

Biellesi per la Palestina libera

Anpi Valle Elvo e Serra

Arci provinciale Biella

Arci Solidarietà Thomas Sankara

Coordinamento antifascista biellese

Rifondazione comunista biellese

PMLI Biella

Notav biellesi

La città di sotto-Laboratorio sociale

La città futura giovani Biella

Il documento inviato al Governo attraverso la Prefettura di Biella

"Le sottoscritte organizzazioni - si legge nel documento diffuso nelle scorse ore - alla fine di una manifestazione di solidarietà col popolo palestinese, rivolgono un appello al Governo italiano nella persona del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro degli Esteri, affinché svolga un ruolo attivo di condanna del massacro in corso contro la popolazione civile della Striscia di Gaza, della Cisgiordania e contro gli arabi che risiedono nel territorio di Israele. Il bilancio provvisorio registra oltre 220 morti dalla parte palestinese, di cui circa 60 sono bambini, 35 donne e migliaia di feriti. Nel campo israeliano si contano 9 vittime e qualche decina di feriti. In uno scontro asimmetrico tra il quarto esercito più potente al mondo di uno stato potenza nucleare e un gruppo di milizie armate con armi leggere e razzi artigianali, appare indubitabile che la popolazione civile subisca una ingiustizia e uno spargimento di sangue che offende la coscienza umana. Non si contano gli edifici bombardati e danneggiati, primo fra tutti l’edificio di 12 piani che accoglieva i giornalisti e gli organi di stampa, interamente demolito.

Da 73 anni Israele occupa un territorio che non gli appartiene sottoponendo i nativi palestinesi a condizioni di vita sub-umane e a vessazioni continue per portare a compimento la sua pulizia etnica. Sono 79 le Risoluzioni dell’ONU che Israele si rifiuta sistematicamente di applicare costringendo tutto il Medioriente a una continua situazione di guerra e di violenza che non ha pari nel mondo e nella storia successiva alla II Guerra Mondiale. I fatti recenti sono stati causati dal proposito del governo di Israele di espellere decine di famiglie dalle loro case di Gerusalemme Est che, nelle Risoluzioni dell’ONU dovrebbe diventare la capitale del futuro stato di Palestina. Questi fatti avvengono dopo anni di lenta e progressiva ebraicizzazione di Gerusalemme che il governo israeliano ha dichiarato essere la capitale di Israele, in contrasto con la volontà di tutta la comunità internazionale. Le aggressioni dei coloni ebrei e della polizia israeliana contro i fedeli in preghiera presso la Moschea di Al Aqsa, sono state la scintilla che ha innescato l’attuale estensione della violenza e minaccia qualunque possibile risoluzione di un conflitto che si chiama colonizzazione della Palestina.

In Italia e in tutto il mondo, in questi giorni vi sono state imponenti manifestazioni di sostegno alla resistenza palestinese, voglia il Governo Italiano interpretare questa volontà di pace e di condanna della pulizia etnica israeliana, attivandosi immediatamente, in tutte le sedi istituzionali, per porre fine alla violenza, tutelare la popolazione civile e condannare la politica di annessioni e di genocidio incrementale del governo di Israele".

 

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