Finto turista greco smascherato a Biella: arrestato un pluripregiudicato di origini georgiane
Aveva dei documenti falsi. Insospettiti, gli agenti hanno chiamato un interprete ed effettuato controlli approfonditi.

Una normale operazione di controllo del territorio si è trasformata in un arresto per falsa identità grazie all’intuito della Polizia di Stato e all’intervento decisivo di un mediatore culturale. È accaduto a Biella la mattina del 4 giugno 2025.
Controllo stradale: scatta il sospetto
Durante un pattugliamento di routine, una volante della Polizia di Stato ha fermato un’auto con targa polacca. A bordo, un uomo e una donna hanno dichiarato di essere cittadini greci in visita turistica a Biella. Tuttavia, le loro risposte in merito al soggiorno sono apparse vaghe e poco credibili, inducendo gli agenti a portarli in Questura per accertamenti più approfonditi.
L’intervento del mediatore culturale cambia tutto
Poiché i due affermavano di parlare esclusivamente greco, è stato coinvolto un mediatore culturale di madrelingua. Fin dalle prime frasi scambiate, l’interprete ha manifestato dubbi sull’origine dell’uomo: l’accento e il modo di esprimersi non corrispondevano a quelli di un madrelingua greco. Questo sospetto ha spinto gli agenti a procedere con controlli più accurati.
Patente falsa e firme sospette
Dall’analisi dei documenti è emerso che la patente greca esibita dall’uomo era contraffatta. Inoltre, la firma da lui apposta durante la compilazione dei documenti in Questura risultava palesemente diversa da quella riportata sui documenti in suo possesso. A quel punto, la Polizia ha deciso di effettuare rilievi fotodattiloscopici.
La vera identità: pluripregiudicato georgiano
I controlli biometrici hanno rivelato la vera identità dell’uomo: si tratta di un cittadino georgiano con numerosi alias e precedenti penali alle spalle, soprattutto per furti in abitazioni e negozi in diverse città italiane. L’uomo è stato arrestato per false dichiarazioni sulla propria identità (art. 495 del Codice Penale) e condotto nella casa circondariale di Biella, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Una collaborazione vincente
Il caso sottolinea l’importanza della sinergia tra operatori delle forze dell’ordine e mediatori culturali, fondamentale per smascherare tentativi di inganno e garantire la sicurezza del territorio.