Famigliari di detenuti lanciano droga e telefonini all'interno del carcere
Hashish, cocaina, eroina, marijuana e subutex - droga sintetica utilizzata anche presso il SERT per chi è in trattamento – sono quelle più diffuse e sequestrate

Pattuglia della Polizia Penitenziaria rinviene droga e telefonini in carcere. "Continua e persiste l'atteggiamento delinquenziale di familiari e compagni dei detenuti ristretti nei penitenziari" sottolineano fonti interne al carcere di via dei Tigli a Biella.
"Questo problema viene evidenziato e lamentato da tutti i vertici delle Strutture Penitenziarie, non solo Biella - si legge in una nota iniviata a nome della Polizia penitenziaria - Perché i fermi, gli arresti, i sequestri e rinvenimenti di sostanza stupefacente, cellulari telefonici piccoli, medi e grandi, sono una delle attività di contrasto delle pattuglie della Polizia Penitenziaria. Ci sono casi in cui personale di Polizia Penitenziaria o di altre Forze dell'Ordine fermano ed arrestato uomini (italiani o stranieri pregiudicati) colti in flagranza mentre lanciano all’interno della struttura detentiva involucri con droga e smartphone destinati a detenuti".
Questo ennesimo rinvenimento di droga e telefoni destinato a detenuti, scoperto e sequestrato dai Baschi Azzurri di Biella, evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti e cellulari in carcere.
Il problema dello spaccio in carcere
"Ogni giorno la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti - evidenzia Walter Della Ragione - L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex - una droga sintetica che viene utilizzata anche presso il SERT per chi è in trattamento – sono quelle più diffuse e sequestrate".
"Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e di controllo nel penitenziario da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale, e quindi necessita personale sufficiente, perciò la voce dei vari Sindacati di Polizia, va ascoltata".
"La vigilanza dinamica nel regime penitenziario ‘aperto’ a favore dei detenuti, che fa venire meno i controlli della Polizia Penitenziaria - prosegue Della Ragione - Questo è un'altro aspetto negativo che gli uomini e vari Sindacati di Polizia Penitenziaria, non volevano affatto: non ha senso, non è rieducativo, non dà nessun senso alla pena detentiva, far stare molte ore al giorno i detenuti fuori dalle celle senza però fargli fare assolutamente nulla.
"Il dato oggettivo è che con la vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto gli eventi critici sono aumentati - conclude l'esponente della polizia peniteniaria di Biella - Una delle ultime operazioni di contrasto, è avvenuta la settimana scorsa".