«Ex amico m’ha truffato di 480mila euro»
Fidarsi del “vecchio amico” che - a suo dire - conosceva da più di 25 anni, gli è costato qualcosa come 480mila euro che ha sborsato per entrare come socio al cinquanta per cento in una società con base a Casablanca, in Marocco (nella foto una vista della città). Denaro che, se non in minima parte, non ha più rivisto. La situazione si è ulteriormente complicata, in quanto, a mandare nel limbo il procedimento penale, ci ha pensato una sentenza emessa per forza di cose, nei giorni scorsi, dal giudice Vincenza Puglisi che ha dichiarato nei confronti dell’imputato e presunto truffatore, Luca M., 51 anni, vercellese per l’anagrafe residente a San Giorgio del Sannio (provincia di Benevento), ma con trascorsi e varie amicizie soprattutto nel Biellese dove aveva svolto la professione di elettricista, il non doversi procedere per intervenuta prescrizione.
Di anni dalla denuncia, infatti, ne sono trascorsi parecchi. I fatti che venivano contestati all’imputato, sarebbero avvenuti a Biella e a Casablanca tra luglio 2007 e agosto 2008. Vittima del raggiro è un biellese di 54 anni che si era fidato di ciò che - si è poi scoperto in seguito - gli stava propinando la vecchia conoscenza. Secondo il capo d’accusa, l’imputato avrebbe proposto al biellese di entrare come socio al cinquanta per cento nella società denominata “Sicurezza Italo Maroc srl” con sede a Casablanca, prospettandogli favorevoli e vantaggiose condizioni lavorative. Per convincerlo della bontà dell’operazione e della fondatezza delle informazioni che aveva fornito, l’imputato aveva condotto l’amico a visitare vari cantieri già in opera. A quel punto - stando sempre alla denuncia e al capo d’imputazione - l’amico biellese si sarebbe ulteriormente fidato e, in più tranche, avrebbe versato nel complesso, nel conto della società, la notevole cifra di 480mila euro (di cui 210mila euro tramite bonifico bancario e i restanti 270mila euro direttamente in contanti), che sarebbero dovuti servire per avviare l’attività.
In seguito, Luca M. avrebbe fatto perdere le proprie tracce in Marocco per poi ricomparire nel Biellese un paio di mesi più tardi. Saputo del rientro in Italia, la vittima del raggiro lo aveva comunicato ai carabinieri sostenendo che l’ex amico si era per così dire rifugiato in una villa di Pollone insieme alla compagna. Era inoltre certo che avesse con sé circa 200mila euro in contanti che erano di sua proprietà.
Dopo aver chiesto l’autorizzazione al giudice, i militari avevano effettuato la perquisizione e, in effetti, avevano trovato parecchi soldi in contanti, circa 43mila euro, dei quali lo stesso giudice aveva disposto il sequestro. Ad oggi, la parte offesa, non sarebbe riuscito ad ottenere altri soldi.
V.Ca.
Fidarsi del “vecchio amico” che - a suo dire - conosceva da più di 25 anni, gli è costato qualcosa come 480mila euro che ha sborsato per entrare come socio al cinquanta per cento in una società con base a Casablanca, in Marocco (nella foto una vista della città). Denaro che, se non in minima parte, non ha più rivisto. La situazione si è ulteriormente complicata, in quanto, a mandare nel limbo il procedimento penale, ci ha pensato una sentenza emessa per forza di cose, nei giorni scorsi, dal giudice Vincenza Puglisi che ha dichiarato nei confronti dell’imputato e presunto truffatore, Luca M., 51 anni, vercellese per l’anagrafe residente a San Giorgio del Sannio (provincia di Benevento), ma con trascorsi e varie amicizie soprattutto nel Biellese dove aveva svolto la professione di elettricista, il non doversi procedere per intervenuta prescrizione.
Di anni dalla denuncia, infatti, ne sono trascorsi parecchi. I fatti che venivano contestati all’imputato, sarebbero avvenuti a Biella e a Casablanca tra luglio 2007 e agosto 2008. Vittima del raggiro è un biellese di 54 anni che si era fidato di ciò che - si è poi scoperto in seguito - gli stava propinando la vecchia conoscenza. Secondo il capo d’accusa, l’imputato avrebbe proposto al biellese di entrare come socio al cinquanta per cento nella società denominata “Sicurezza Italo Maroc srl” con sede a Casablanca, prospettandogli favorevoli e vantaggiose condizioni lavorative. Per convincerlo della bontà dell’operazione e della fondatezza delle informazioni che aveva fornito, l’imputato aveva condotto l’amico a visitare vari cantieri già in opera. A quel punto - stando sempre alla denuncia e al capo d’imputazione - l’amico biellese si sarebbe ulteriormente fidato e, in più tranche, avrebbe versato nel complesso, nel conto della società, la notevole cifra di 480mila euro (di cui 210mila euro tramite bonifico bancario e i restanti 270mila euro direttamente in contanti), che sarebbero dovuti servire per avviare l’attività.
In seguito, Luca M. avrebbe fatto perdere le proprie tracce in Marocco per poi ricomparire nel Biellese un paio di mesi più tardi. Saputo del rientro in Italia, la vittima del raggiro lo aveva comunicato ai carabinieri sostenendo che l’ex amico si era per così dire rifugiato in una villa di Pollone insieme alla compagna. Era inoltre certo che avesse con sé circa 200mila euro in contanti che erano di sua proprietà.
Dopo aver chiesto l’autorizzazione al giudice, i militari avevano effettuato la perquisizione e, in effetti, avevano trovato parecchi soldi in contanti, circa 43mila euro, dei quali lo stesso giudice aveva disposto il sequestro. Ad oggi, la parte offesa, non sarebbe riuscito ad ottenere altri soldi.
V.Ca.