Emergenza cinghiali, Coldiretti: "Si prolunghi la caccia e si aumentino le guardie venatorie"
La richiesta al governo di misure straordinarie e veloci contro il proliferare dannoso dei selvatici.
Anche Coldiretti Vercelli - Biella chiede misure straordinarie e si unisce all’appello dei rappresentanti regionali dell’organizzazione agricola chiedendo che la Regione prenda seri provvedimenti sulla questione selvatici.
La posizione di Coldiretti Vercelli-Biella
“Le misure necessarie sono molteplici perché la situazione è ormai insostenibile. In primis, nelle aree dove i cinghiali proliferano in maniera esponenziale, ribadiamo che è necessaria la presenza dei tutor e che nei giorni di silenzio venatorio si continui a operare attività di controllo. Poi, prolungare eccezionalmente il periodo di caccia in forma non selettiva e potenziare il numero di guardie venatorie, fino ad occuparsi concretamente di coordinare il monitoraggio sui territori rispetto all’attuazione della caccia di selezione”.
Questo quanto ribadisce Paolo Dellarole, presidente di Coldiretti Vercelli - Biella rispetto al proliferare della fauna selvatica, in seguito ancora al grave incidente stradale sull’autostrada A26 che è costato la vita a due giovani.
“Prendiamo atto che la Regione Piemonte si sia fatta portavoce con la Ministra Bellanova della problematica cinghiali, ma la situazione è insostenibile ed urgente per cui serve attuare al più presto misure straordinarie e va accelerato l’iter del decreto legge ministeriale, che aspettiamo ormai da tempo, per modificare la legge in vigore anche alla luce del fatto che la fauna selvatica rientra nel patrimonio dello Stato”.
In Italia, aggiunge Coldiretti, ci sono diecimila incidenti stradali all’anno causati da animali selvatici, e nel solo Piemonte negli ultimi 6 anni si sono registrati 7mila incidenti con una media pari a circa 1.200 incidenti l’anno, ma con la tendenza ad aumentare.
“A rischio c’è ormai l’incolumità dei cittadini , oltre ai raccolti dei nostri imprenditori- chiosa Dellarole - E non possiamo neanche dimenticare le aggressioni ai greggi da parte dei predatori che, dalla montagna, ormai sono scesi nelle aree collinari. Non possiamo permettere che le nostre aree rurali e di montagna si spopolino dopo anni di lavoro e di presidio grazie proprio all’impegno degli agricoltori che mantengono vivi i territori”.