Ecco dov’erano i centri massaggi hard

Ecco dov’erano i centri massaggi hard
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COSSATO - Erano quattro i centri massaggi a Cossato dove, in realtà, si praticava la prostituzione. E un quinto stava per essere aperto. Lo hanno scoperto i carabinieri di Cossato al termine di un’operazione denominata “Town of pleasure” - Città del piacere - che ha portato inoltre alla denuncia di cinque cittadine cinesi, tutte residenti per l’anagrafe fuori provincia tranne una, già note alle forze dell’ordine e già coinvolte in altre inchieste analoghe in altre zone d’Italia, nonché due italiani di cui sono state fornite solo le iniziali: D.P., 25 anni, di Mongrando, e A.P., 42 anni, di Ponderano, titolari di un’agenzia di intermediazione che ha affittato gli appartamenti di Cossato alle clienti cinesi.

COSSATO - Erano quattro i centri massaggi a Cossato dove, in realtà, si praticava la prostituzione. E un quinto stava per essere aperto. Lo hanno scoperto i carabinieri di Cossato al termine di un’operazione denominata “Town of pleasure” - Città del piacere - che ha portato inoltre alla denuncia di cinque cittadine cinesi, tutte residenti per l’anagrafe fuori provincia tranne una, già note alle forze dell’ordine e già coinvolte in altre inchieste analoghe in altre zone d’Italia, nonché due italiani di cui sono state fornite solo le iniziali: D.P., 25 anni, di Mongrando, e A.P., 42 anni, di Ponderano, titolari di un’agenzia di intermediazione che ha affittato gli appartamenti di Cossato alle clienti cinesi.

Secondo i carabinieri, i due sapevano cosa sarebbero poi serviti quegli alloggi di via Marconi, via Martiri della Libertà, borgata Polle e via Paietta. I proprietari degli immobili, invece, sempre secondo gli investigatori nulla sapevano dell’attività. Ecco perché la Procura ha alla fine deciso di non sequestrare gli appartamenti.

L’indagine va avanti da maggio, da quando è arrivata la prima segnalazione. I carabinieri di Cossato hanno svolto un lavoro certosino interrogando decine di clienti che uscivano dai centri massaggi, raccogliendo prove, fotografando e monitorando l’attività. Per essere certi di come si svolgevano le cose, un militare si sarebbe persino finto cliente.  Facile trovare numeri di telefono e indirizzi dei “centri massaggi” dai siti di annunci e hard dove i messaggi erano chiari, espliciti, scritti con una sfacciataggine incredibile. Era evidente che, volendo, un massaggio poteva in un amen trasformarsi in una prestazione sessuale di ogni genere, a seconda dei soldi che il cliente era intenzionato a spendere. Si andava dai 30 ai 120 euro a seconda del tipo di prestazione.

V.Ca.

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