lutto nella politica

E' morta l'ex consigliera regionale biellese Anna Sartoris. Una vita nel nome delle autonomie

Gli inizi con Bossi e Gipo Farassino. Moglie di Roberto Gremmo, firma di Eco di Biella, aveva 70 anni

E' morta l'ex consigliera regionale biellese Anna Sartoris. Una vita nel nome delle autonomie
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E' mancata stamane - giovedì 14 settembre - all'ospedale di Vercelli Anna Sartoris, storica esponente politica biellese. Aveva 70 anni ed è stata stroncata in poche settimane da un tumore fulminante al cervello.

Assistita fino all'ultimo dal marito Roberto Gremmo

Assistita dal marito, il biellese  Roberto Gremmo (fra l'altro collaboratore del nostro giornale, Eco di Biella, dove scrive pezzi sul Biellese segreto), fu tra i fondatori di Piemont e delle autonomie in sintonia con personaggi del calibro dei leghisti Gipo Farassino e dell'Umberto Bossi della prima ora. "Anna era - ricorda La Padania, organo di informazione politica del Nord -  un simbolo di grandi battaglie politiche e giornalistiche per la libertà dei popoli".

L'elezione in consiglio regionale e in comune e provincia di Biella

In Piemonte il suo nome è legato ad un percorso unico nelle  autonomie: è stata la prima donna autonomista eletta consigliere regionale nella quinta legislatura del Piemonte nei primi anni Novanta, quella che annoverava a Palazzo Lascaris anche il democristiano Luigi Squillario e la comunista poi democratica di sinistra Silvana Bortolin, e poi venne eletta in consiglio comunale a Biella e alla Provincia di Biella.  In  Regione si era occupata di sanità, beni culturali e ambiente.

In ultimo direttore politico di Informazione Catalana

Politica e informazione per lei hanno sempre camminato insieme. Ed eccola, infatti, direttore politico di Informazione Catalana, emblema di una comunicazione controcorrente, forte e precisa sui temi dell’autodeterminazione. Non a caso è stata il primo consigliere a parlare piemontese in Regione, contro il politicamente corretto.  Accompagnava il marito nelle sue scorribande storiche e nelle mille indagini d'archivio nella collana dei volumi di "Storia ribelle".

Roberto Azzoni

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