«E’ lui il piromane della Burcina»

«E’ lui il piromane della Burcina»
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Il Comune di Biella e il Parco della Burcina potrebbero costituirsi parte civile nei confronti del giovane di Pollone, Andrea Rosso, 24 anni, accusato d’aver appiccato l’incendio tra via Santuario d’Oropa e la Burcina che il 1° aprile dell’anno scorso costrinse Vigili del fuoco e volontari dell’Aib ad effettuare un doppio intervento per evitare che le fiamme, alimentate e sospinte dal forte vento, potessero raggiungere il cuore del polmone verde e causare danni irreparabili. Il giovane (difeso dall’avvocato Andrea Ventura) ha preferito non presentarsi davanti al giudice dell’udienza preliminare, Giovanni Campese, che lo ha comunque rinviato a giudizio per l’udienza del 24 maggio del prossimo anno quando inizierà il processo. L’accusa è pesante: incendio doloso.Secondo quanto erano riusciti a ricostruire i carabinieri, l’imputato, utilizzando del carburante per alimentare il fuoco, stava appiccando l’incendio in vari punti con la tecnica dei folli incendiari. Ad incastrarlo, oltre alle telecamere di cui è dotato il parco, è stato un residente di via San Giovanni che ha visto il giovane proprio nel momento in cui stava appiccando le fiamme e ha dato l’allarme ai Vigili del fuoco e ai carabinieri. Il testimone ha visto allontanarsi il piromane su un fuoristrada di colore grigio. Le telecamere hanno immortalato il passaggio dell’auto. Dalla targa i carabinieri sono quindi risaliti alla proprietaria, una donna che - nel corso di un interrogatorio - ha ammesso che l’automezzo era di norma in uso al figlio che, a quel punto, è stato denunciato. Non è ancora chiaro il motivo che ha spinto il giovane a provocare l’incendio. Le fiamme avevano attaccato il sottobosco proprio ai confini con il parco.V.Ca.

Il Comune di Biella e il Parco della Burcina potrebbero costituirsi parte civile nei confronti del giovane di Pollone, Andrea Rosso, 24 anni, accusato d’aver appiccato l’incendio tra via Santuario d’Oropa e la Burcina che il 1° aprile dell’anno scorso costrinse Vigili del fuoco e volontari dell’Aib ad effettuare un doppio intervento per evitare che le fiamme, alimentate e sospinte dal forte vento, potessero raggiungere il cuore del polmone verde e causare danni irreparabili. Il giovane (difeso dall’avvocato Andrea Ventura) ha preferito non presentarsi davanti al giudice dell’udienza preliminare, Giovanni Campese, che lo ha comunque rinviato a giudizio per l’udienza del 24 maggio del prossimo anno quando inizierà il processo. L’accusa è pesante: incendio doloso.Secondo quanto erano riusciti a ricostruire i carabinieri, l’imputato, utilizzando del carburante per alimentare il fuoco, stava appiccando l’incendio in vari punti con la tecnica dei folli incendiari. Ad incastrarlo, oltre alle telecamere di cui è dotato il parco, è stato un residente di via San Giovanni che ha visto il giovane proprio nel momento in cui stava appiccando le fiamme e ha dato l’allarme ai Vigili del fuoco e ai carabinieri. Il testimone ha visto allontanarsi il piromane su un fuoristrada di colore grigio. Le telecamere hanno immortalato il passaggio dell’auto. Dalla targa i carabinieri sono quindi risaliti alla proprietaria, una donna che - nel corso di un interrogatorio - ha ammesso che l’automezzo era di norma in uso al figlio che, a quel punto, è stato denunciato. Non è ancora chiaro il motivo che ha spinto il giovane a provocare l’incendio. Le fiamme avevano attaccato il sottobosco proprio ai confini con il parco.V.Ca.

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