Il processo

Due anni in casa di cura per le botte alla mamma che minacciò anche con un'accetta

Alla fine pena mite di un anno e sette mesi. Gli avvocati attendono la motivazione della sentenza per un eventuale ricorso.

Due anni in casa di cura per le botte alla mamma che minacciò anche con un'accetta
Pubblicato:
Aggiornato:

Due anni in casa di cura per le botte alla mamma che minacciò anche con un'accetta.

Spesso ubriaco

Rischiava una pena detentiva altissima sia per aver maltrattato la madre, spesso sotto l’effetto deleterio dell’alcol, sia per averle estorto circa 7.500 euro impugnando, per convincerla, una prima volta un cavatappi (che le aveva puntato alla gola non sortendo in questo caso nessun effetto) sia una seconda volta un’accetta con la quale aveva minacciato anche lo zio (stavolta riuscendo ad ottenere i soldi).

Anche uso di droga

Era inoltre accusato d’aver detenuto, in più punti della propria camera da letto che dopo la denuncia i Carabinieri avevano perquisito, svariati grammi di hashish e marijuana. Alla fine, l’imputato, un cittadino inglese domiciliato a Strona, A. H. K., se l’è cavata con una pena tutto sommato mite rispetto alla gravità dei reati che gli venivano contestati e che risalgono al mese di settembre dell’anno scorso: un anno e sette mesi di reclusione. Ciò a fronte a una richiesta di 2 anni e un mese più 297 euro di multa, da parte del Pubblico Ministero.

Due anni in Rems

Il giudice ha però disposto come misura di sicurezza il ricovero in Rems (Residenza di Esecuzione delle Misure di Sicurezza, per gli autori di reati affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi) per due anni, misura che dovrà essere rivista in sede di esecuzione della pena, previa verifica della permanenza della pericolosità sociale. Il giudice ha fissato il termine per il deposito delle motivazioni in cancelleria in 45 giorni, all’esito della lettura delle quali i difensori - avvocati Elettra Veronese e Franco Giardino Roch - si riservano eventuali impugnazioni.

Seguici sui nostri canali