Dpcm, si lavora alla proroga. Dopo Pasqua in classe, ma solo fino alle medie. Tutte le ipotesi
Draghi poco fa in Senato: «Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi, ma se la situazione epidemiologica lo consentirà la scuola aprirà in primis, anche nelle zone rosse alla fine delle misure restrittive in vigore, già dopo Pasqua, speriamo».
Le misure attualmente in vigore per fronteggiare il Covid-19 saranno valide fino al 6 aprile, ma si fa largo l’ipotesi di una mini-proroga fino all’11 aprile.
La decisione
Oggi il premier Draghi alle Aule parlamentari. Poco fa in Senato ha detto: «Noi stiamo guardando attentamente i dati sui contagi, ma se la situazione epidemiologica lo consentirà la scuola aprirà in primis, anche nelle zone rosse alla fine delle misure restrittive in vigore, già dopo Pasqua, speriamo».
Decisivo sarà anche il Consiglio europeo di giovedì e venerdì prossimi, quando emergerà la strategia che i leader decideranno di assumere visti i malumori crescenti sulla Commissione Ue per la lentezza delle consegne.
Le ipotesi per il ritorno a scuola
Sulla scuola si preannuncia un nuovo fronte caldo nel governo, con gli ‘aperturisti’ che guardano alla Francia – in lockdown ma con le scuole aperte- e i ‘rigoristi’ che tirano in ballo la Germania, che alla crescita dei contagi e dei morti ha sacrificato anche le aule scolastiche. Il monitoraggio dei numeri e della situazione sarà serratissimo, spiegano fonti di governo, e guiderà le scelte che Draghi e i ministri saranno chiamati ad assumere nei prossimi giorni.
L’orientamento sarebbe quello di riaprire le scuole e di far tornare in presenza gli studenti, fino alla prima media che potrebbero quindi rientrare in classe dopo le festività di Pasqua, quindi dopo il 6 aprile.
I colori delle regioni
Alla scadenza del Dpcm resterà la suddivisione delle Regioni in colori a seconda del grado di rischio e gli istituti scolastici di ogni ordine e grado continueranno a restare chiusi nelle zone rosse. Potrebbero riaprire in zona arancione, gialla e bianca.
Resterà il limite dei 250 casi settimanali ogni 100mila abitanti come soglia per far scattare in automatico la chiusura delle scuole.
Per le Regioni rimarrà la possibilità di intervenire con misure più restrittive.