Domiciliari: cacciata (incinta) dagli altri rom

Domiciliari: cacciata (incinta) dagli altri rom
Pubblicato:
Aggiornato:

E’ stata arrestata perché i poliziotti l’hanno sorpresa - come si suol dire in gergo - in flagranza di reato. Era in un appartamento di via Eugenio Bona a Biella dov’era entrata, insieme a una ragazzina di 16 anni, dopo aver forzato la porta con dei cacciavite. Le due zingarelle stavano frugando nei cassetti degli armadi della camera da letto alla ricerca di soldi e oggetti in oro quando il primo agente della Squadra volanti è entrato. Sono cugine e sono finite entrambe nei guai. La più piccola è stata portata al “Ferrante Aporti” di Torino, il noto carcere minorile. Alla grande, incinta, con un pancione da ottavo mese di gravidanza da portarsi appresso, il giudice delle indagini preliminari che ha convalidato l’arresto, ha concesso i domiciliari nel campo nomadi di Torino Caselle, casa sua, dove vivono i suoi parenti. Ma dove non è stata per niente accolta bene. Anzi, è stata allontanata, letteralmente cacciata. “Domiciliari” significano controlli e nel campo, evidentemente, nessuno voleva poliziotti tra i piedi. La ragazza - che nonostante la giovane età è già parecchio nota alle forze dell’ordine - è stata così portata in un apposito istituto dov’è stata accolta e dove potrà coronare il sogno di diventare mamma.

Valter Caneparo

Leggi di più sull'Eco di Biella in edicola

E’ stata arrestata perché i poliziotti l’hanno sorpresa - come si suol dire in gergo - in flagranza di reato. Era in un appartamento di via Eugenio Bona a Biella dov’era entrata, insieme a una ragazzina di 16 anni, dopo aver forzato la porta con dei cacciavite. Le due zingarelle stavano frugando nei cassetti degli armadi della camera da letto alla ricerca di soldi e oggetti in oro quando il primo agente della Squadra volanti è entrato. Sono cugine e sono finite entrambe nei guai. La più piccola è stata portata al “Ferrante Aporti” di Torino, il noto carcere minorile. Alla grande, incinta, con un pancione da ottavo mese di gravidanza da portarsi appresso, il giudice delle indagini preliminari che ha convalidato l’arresto, ha concesso i domiciliari nel campo nomadi di Torino Caselle, casa sua, dove vivono i suoi parenti. Ma dove non è stata per niente accolta bene. Anzi, è stata allontanata, letteralmente cacciata. “Domiciliari” significano controlli e nel campo, evidentemente, nessuno voleva poliziotti tra i piedi. La ragazza - che nonostante la giovane età è già parecchio nota alle forze dell’ordine - è stata così portata in un apposito istituto dov’è stata accolta e dove potrà coronare il sogno di diventare mamma.

Valter Caneparo

Leggi di più sull'Eco di Biella in edicola

Seguici sui nostri canali