«Dobbiamo controllare l’acqua» e le rubano i gioielli

«Dobbiamo controllare l’acqua» e le rubano i gioielli
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BIELLA - Ancora un’anziana truffata, derubata di oggetti in oro in fondo di scarso valore commerciale ma di immenso valore affettivo: ricordi di una vita, di parenti che non ci sono più, di giorni felici, tutti svaniti nel nulla.

Ancora una volta è stata presa di mira una componente delle cosiddette fasce deboli, quella categoria sociale che comprende anziani, fanciulli, disabili e via discorrendo, particolarmente esposte per la loro posizione nella società. Non bastano le aggravanti previste da poco per chi commette reati di tal fatta ai danni di una persona anziana, per impaurire uno dei tanti delinquenti che si spaccia per funzionario di un ente o addirittura per carabiniere, un  termine, quest’ ultimo, che apre qualsiasi porta per la fiducia che un componente dell’Arma trasmette, per il rispetto che i cittadini ripongono nei confronti degli uomini in divisa con la fiamma sul cappello.

Erano le 10 e mezza, lunedì mattina, quando una signora di 87 anni è stata avvicinata sulla soglia del condominio dove abita, in via Carso a Biella, da una giovane che si è spacciata per funzionaria del comune di Biella. «Dobbiamo controllare la qualità dell’acqua che fuoriesce dal rubinetto di casa sua, perché c’è il sospetto che possa essere avvelenata», ha spiegato con tono suadente la sconosciuta. In un primo momento l’anziana ha tentennato. Nel frattempo si è però avvicinato un complice della finta funzionaria che si è presentato come carabiniere e, per avvalorare tale affermazione, ha mostrato alla pensionata una sorta di tesserino con fotografia. I carabinieri, si sa, lo dicono i sondaggi, sono al primo posto nel cuore degli italiani per la fiducia che viene riposta nell’Arma. La signora si è così tranquillizzata e ha deciso di fare entrare in casa entrambi.

Mentre uno dei due truffatori-ladri distraeva la padrona di casa, l’altra è evidentemente entrata nella camera da letto e da un portagioie ha rubato tutti i gioielli che vi ha trovato, per un valore complessivo che dev’essere ancora quantificato. «E’ tutto a posto, nessun problema», ha ad un certo punto detto il finto carabiniere rivolgendosi alla padrona di casa. I due si sono pertanto allontanati. E’ la fretta con la quale hanno varcato la soglia per andarsene che ha preso in contropiede la signora e le ha fatto sorgere il dubbio che, in realtà, quei due non fossero le persone che avevano dichiarato di essere. Si è così subito recata in camera da letto e ha trovato il piccolo scrigno che conteneva tutti i suoi ricordi desolatamente vuoto. In un primo momento ha avvertito di ciò che era successo un parente e subito dopo anche i carabinieri. Troppo tardi, però, per riuscire ad acciuffare i due balordi.

L’appello che giunge stavolta dai carabinieri è leggermente differente dal solito. E’ rivolto ai parenti delle persona anziane affinché preparino i loro cari a non farsi ingannare da sconosciuti, a non credere a nemmeno una delle loro parole e in qualsiasi caso, prima di fare entrare in casa qualcuno, di telefonare a uno di loro oppure alle forze dell’ordine.

Valter Caneparo

BIELLA - Ancora un’anziana truffata, derubata di oggetti in oro in fondo di scarso valore commerciale ma di immenso valore affettivo: ricordi di una vita, di parenti che non ci sono più, di giorni felici, tutti svaniti nel nulla.

Ancora una volta è stata presa di mira una componente delle cosiddette fasce deboli, quella categoria sociale che comprende anziani, fanciulli, disabili e via discorrendo, particolarmente esposte per la loro posizione nella società. Non bastano le aggravanti previste da poco per chi commette reati di tal fatta ai danni di una persona anziana, per impaurire uno dei tanti delinquenti che si spaccia per funzionario di un ente o addirittura per carabiniere, un  termine, quest’ ultimo, che apre qualsiasi porta per la fiducia che un componente dell’Arma trasmette, per il rispetto che i cittadini ripongono nei confronti degli uomini in divisa con la fiamma sul cappello.

Erano le 10 e mezza, lunedì mattina, quando una signora di 87 anni è stata avvicinata sulla soglia del condominio dove abita, in via Carso a Biella, da una giovane che si è spacciata per funzionaria del comune di Biella. «Dobbiamo controllare la qualità dell’acqua che fuoriesce dal rubinetto di casa sua, perché c’è il sospetto che possa essere avvelenata», ha spiegato con tono suadente la sconosciuta. In un primo momento l’anziana ha tentennato. Nel frattempo si è però avvicinato un complice della finta funzionaria che si è presentato come carabiniere e, per avvalorare tale affermazione, ha mostrato alla pensionata una sorta di tesserino con fotografia. I carabinieri, si sa, lo dicono i sondaggi, sono al primo posto nel cuore degli italiani per la fiducia che viene riposta nell’Arma. La signora si è così tranquillizzata e ha deciso di fare entrare in casa entrambi.

Mentre uno dei due truffatori-ladri distraeva la padrona di casa, l’altra è evidentemente entrata nella camera da letto e da un portagioie ha rubato tutti i gioielli che vi ha trovato, per un valore complessivo che dev’essere ancora quantificato. «E’ tutto a posto, nessun problema», ha ad un certo punto detto il finto carabiniere rivolgendosi alla padrona di casa. I due si sono pertanto allontanati. E’ la fretta con la quale hanno varcato la soglia per andarsene che ha preso in contropiede la signora e le ha fatto sorgere il dubbio che, in realtà, quei due non fossero le persone che avevano dichiarato di essere. Si è così subito recata in camera da letto e ha trovato il piccolo scrigno che conteneva tutti i suoi ricordi desolatamente vuoto. In un primo momento ha avvertito di ciò che era successo un parente e subito dopo anche i carabinieri. Troppo tardi, però, per riuscire ad acciuffare i due balordi.

L’appello che giunge stavolta dai carabinieri è leggermente differente dal solito. E’ rivolto ai parenti delle persona anziane affinché preparino i loro cari a non farsi ingannare da sconosciuti, a non credere a nemmeno una delle loro parole e in qualsiasi caso, prima di fare entrare in casa qualcuno, di telefonare a uno di loro oppure alle forze dell’ordine.

Valter Caneparo

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