Disastro di Sagliano, perizia psichiatrica per l’esplosione

Disastro di Sagliano, perizia psichiatrica per l’esplosione
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BIELLA - E’ stata subito rinviata al 31 gennaio per indisponibilità del giudice titolare, l’udienza preliminare per la tremenda esplosione del 18 febbraio dell’anno scorso a Sagliano Micca che sventrò un’abitazione e danneggiò in modo serio altri cinque edifici tra i quali la parrocchia dei Santi Giacomo e Stefano, la chiesa e la casa parrocchiale con annesso l’oratorio del paese. Imputato per quel disastro è Ezio Cantele, 37 anni, proprietario dell’abitazione sventrata di via Roma, la strada che taglia in due il paese, dove quella sera di un anno e mezzo fa, un minuto prima che il vicino campanile suonasse le otto, si era verificata la fuga di gas che aveva provocato una tremenda esplosione, come una bomba, che aveva divelto portoni, gonfiato saracinesche e persiane, mandato in frantumi decine di vetri e fatto crollare su se stesso, come un castello di carte, il vecchio edificio di ringhiera disposto su tre piani. Il boato lo avevano sentito a chilometri di distanza in Valle Cervo, con mezzo paese che era rimasto al buio. Poteva essere una strage. E’ stato invece un miracolo che lo stesso Cantele avesse riportato ustioni tutto sommato lievi rispetto all’entità dell’evento e rimanesse ferita solamente un’altra persona, un pensionato di 85 anni colpito dallo spostamento d’aria mentre si trovava nell’appartamento accanto a quello dell’indagato.
Il difensore dell’imputato, avvocato Marco Romanello, ha chiesto il rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica per il suo cliente. Toccherà al giudice Paola Rava, il prossimo 31 dicembre, decidere in merito all’istanza.
Valter Caneparo

BIELLA - E’ stata subito rinviata al 31 gennaio per indisponibilità del giudice titolare, l’udienza preliminare per la tremenda esplosione del 18 febbraio dell’anno scorso a Sagliano Micca che sventrò un’abitazione e danneggiò in modo serio altri cinque edifici tra i quali la parrocchia dei Santi Giacomo e Stefano, la chiesa e la casa parrocchiale con annesso l’oratorio del paese. Imputato per quel disastro è Ezio Cantele, 37 anni, proprietario dell’abitazione sventrata di via Roma, la strada che taglia in due il paese, dove quella sera di un anno e mezzo fa, un minuto prima che il vicino campanile suonasse le otto, si era verificata la fuga di gas che aveva provocato una tremenda esplosione, come una bomba, che aveva divelto portoni, gonfiato saracinesche e persiane, mandato in frantumi decine di vetri e fatto crollare su se stesso, come un castello di carte, il vecchio edificio di ringhiera disposto su tre piani. Il boato lo avevano sentito a chilometri di distanza in Valle Cervo, con mezzo paese che era rimasto al buio. Poteva essere una strage. E’ stato invece un miracolo che lo stesso Cantele avesse riportato ustioni tutto sommato lievi rispetto all’entità dell’evento e rimanesse ferita solamente un’altra persona, un pensionato di 85 anni colpito dallo spostamento d’aria mentre si trovava nell’appartamento accanto a quello dell’indagato.
Il difensore dell’imputato, avvocato Marco Romanello, ha chiesto il rito abbreviato condizionato alla perizia psichiatrica per il suo cliente. Toccherà al giudice Paola Rava, il prossimo 31 dicembre, decidere in merito all’istanza.
Valter Caneparo

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