Dal carcere gestivano traffico di droga

BIELLA - Avrebbero approfittando della detenzione in celle attigue nel carcere di Biella, per organizzare un enorme traffico di stupefacenti, con l'aiuto dei familiari, dei congiunti e degli affiliati. E’ quanto emerge da un’inchiesta realizzata sulla testata giornalistica “La Spia.it”, dal direttore Paolo Borrometi con la quale si ripercorrono le gesta dei due capimafia che si trovavano rinchiusi sino a pochi giorni fa nel carcere di viale dei Tigli in regime - e? questo che sorprende - di “media detenzione”. L’inchiesta del giornalista era poi stata ripresa da alcuni organi di informazione nazionali nonche? da un manipolo di senatori del M5S che, attraverso un’interrogazione parlamentare, avevano chiesto al Ministro della giustizia di prendere provvedimenti. L’assurdo - come scrive Borrometi - accade proprio in galera a Biella dove due boss all’ergastolo avrebbero organizzato non solo un traffico di droga, ma avrebbero persino continuato a comandare i propri clan. Entrambi hanno il “fine pena mai”, eppure avrebbero continuato a gestire i traffici in maniera disinvolta. Appare decisamente folle che gli inquirenti abbiano in effetti riscontrato come i due boss fossero rinchiusi nel carcere di viale dei Tigli con due celle vicine e che potessero conversare, discutere e diventare i promotori del nuovo traffico organizzato di droga, proprio dall’interno.
Chi sono. Si tratta dopotutto di personaggi dal pedigree giudiziario che mette i brividi. Il primo e? Antonio Pinuccio Trigila (chiamato Pinuccio Pininintula). E? condannato all’ergastolo per essere il promotore, l’organizzatore del clan che porta il suo cognome e per essersi macchiato di svariati episodi sanguinari.
Il secondo e? Francesco Sergi, il capo indiscusso dell’omonimo clan (la ‘ndrina Sergi) che da anni ha piantato le proprie radici anche in provincia di Milano. Sergi sta scontando una condanna definitiva all’ergastolo comminatagli per cinque omicidi e traffico organizzato di stupefacenti.
Valter Caneparo
Leggi di più sull'Eco di Biella di lunedì 23 gennaio 2017
BIELLA - Avrebbero approfittando della detenzione in celle attigue nel carcere di Biella, per organizzare un enorme traffico di stupefacenti, con l'aiuto dei familiari, dei congiunti e degli affiliati. E’ quanto emerge da un’inchiesta realizzata sulla testata giornalistica “La Spia.it”, dal direttore Paolo Borrometi con la quale si ripercorrono le gesta dei due capimafia che si trovavano rinchiusi sino a pochi giorni fa nel carcere di viale dei Tigli in regime - e? questo che sorprende - di “media detenzione”. L’inchiesta del giornalista era poi stata ripresa da alcuni organi di informazione nazionali nonche? da un manipolo di senatori del M5S che, attraverso un’interrogazione parlamentare, avevano chiesto al Ministro della giustizia di prendere provvedimenti. L’assurdo - come scrive Borrometi - accade proprio in galera a Biella dove due boss all’ergastolo avrebbero organizzato non solo un traffico di droga, ma avrebbero persino continuato a comandare i propri clan. Entrambi hanno il “fine pena mai”, eppure avrebbero continuato a gestire i traffici in maniera disinvolta. Appare decisamente folle che gli inquirenti abbiano in effetti riscontrato come i due boss fossero rinchiusi nel carcere di viale dei Tigli con due celle vicine e che potessero conversare, discutere e diventare i promotori del nuovo traffico organizzato di droga, proprio dall’interno.
Chi sono. Si tratta dopotutto di personaggi dal pedigree giudiziario che mette i brividi. Il primo e? Antonio Pinuccio Trigila (chiamato Pinuccio Pininintula). E? condannato all’ergastolo per essere il promotore, l’organizzatore del clan che porta il suo cognome e per essersi macchiato di svariati episodi sanguinari.
Il secondo e? Francesco Sergi, il capo indiscusso dell’omonimo clan (la ‘ndrina Sergi) che da anni ha piantato le proprie radici anche in provincia di Milano. Sergi sta scontando una condanna definitiva all’ergastolo comminatagli per cinque omicidi e traffico organizzato di stupefacenti.
Valter Caneparo
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