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Dai soccorsi alla politica: «Noi montanari dimenticati»

E’ più che mai carico Fulvio Chilò, per 30 anni responsabile del soccorso piste a Bielmonte e oggi referente territoriale di Fratelli D’Italia per Valdilana, che si dice “preoccupato” per il futuro della montagna.

Dai soccorsi alla politica: «Noi montanari dimenticati»
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Dai soccorsi alla politica: «Noi montanari dimenticati». E’ più che mai carico Fulvio Chilò, per 30 anni responsabile del soccorso piste a Bielmonte e oggi referente territoriale di Fratelli D’Italia per Valdilana, che si dice “preoccupato” per il futuro della montagna.

Dai soccorsi alla politica

«E’ ora che il governo metta buonsenso». E’ più che mai carico Fulvio Chilò, per 30 anni responsabile del soccorso piste a Bielmonte e oggi referente territoriale di Fratelli D’Italia per Valdilana, che si dice “preoccupato” per il futuro della montagna. «Noi “montanari” - dice - veniamo sempre dimenticati. E’ ora che il governo pensi anche a noi».

Chi è

54 anni, residente a Trivero, Fulvio Chilò è entrato dallo scorso anno nella scuderia di Fdi. Amante della montagna ha trascorso buona parte della propria vita nelle stazioni sciistiche: «Vi ho lavorato 30 anni - racconta - prima come responsabile del soccorso piste a Bielmonte, poi come istruttore regionale per la formazione dei soccorritori sulle piste (che non è, come molti pensano, il Soccorso Alpino: sulle piste da sci sono presenti dei particolari operatori, ndr)». Ha smesso quattro anni fa: «La montagna è sempre nel mio cuore - dice ora Chilò -. Sto seguendo le questioni relative alla stagione sciistica ferma e alle decisioni del governo, che dovrebbe consentire ai gestori delle piste da sci di riaprire dal 18 gennaio. Non si sa ancora con quali criteri però. Speriamo mettano buonsenso».
Chilò si dice molto preoccupato: «Chi ha un’occupazione nel mondo della neve - prosegue - lavora già solo quattro mesi l’anno, ovvero nel periodo invernale. Penso, oltre ai gestori, anche all’indotto che ruota intorno a quel mondo: i piccoli bar, gli alberghi sulle piste, i ristoranti a conduzione famigliare. Per realtà tutto sommato piccoline, come quelle di Bielmonte o di Mera, far partire la stagione dal 18 gennaio è un danno enorme. Senza contare che, quando si apre la stagione bisogna pagare i dipendenti, gli addetti alla battitura piste, e tantissime altre cose, che hanno un costo».

Chilò è amareggiato: «Voglio spezzare una lancia a favore della montagna e in particolare per il nostro territorio - conclude -. Purtroppo noi “montanari” veniamo sempre dimenticati. Si tende sempre a pensare maggiormente alle città. Il territorio in cui vivo, Valdilana, sta andando sempre più a decadere: tolgono banche, scuole, servizi. Mi dispiace. Ora ci stanno togliendo anche la montagna. Avanti di questo passo non avremo più nulla».
Shama Ciocchetti

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