Conti dormienti: truffa da due milioni

Conti dormienti: truffa da due milioni
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Un avvocato e un commercialista di origine campana sono gli ideatori della frode scoperta e denominata "Totò truffa" dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Biella che ha riguardato prelievi illeciti su conti correnti e libretti di risparmio cosiddetti “dormienti” per un ammontare complessivo di circa due milioni di euro ai deanni di ignari biellesi. In particolare, gli indagati sono riusciti ad incassare notevoli somme di denaro giacenti su libretti di deposito al portatore “dormienti” attraverso false operazioni di “ammortamento”, una procedura che normalmente consente al legittimo possessore di riappropriarsi di libretti eventualmente smarriti.
I rapporti di credito definiti “dormienti” sono caratterizzati dall'assenza di operazioni da parte del titolare del rapporto per il periodo di tempo di 10 anni decorrenti dalla data di libera disponibilità delle somme.
I prestanome indagati:
- hanno presentato false denunce di smarrimento per ottenere la “duplicazione” (ammortamento) dei libretti al portatore (quelli, cioè, privi di intestatario);
- hanno redatto falsi testamenti olografi, per riscuotere i depositi nominativi intestati a defunti all’insaputa dei legittimi eredi o comunque a soggetti privi di eredi diretti (per i quali destinatario dell’eredità sarebbe dovuto essere lo Stato).
La Guardia di Finanza, attraverso indagini, intercettazioni e pedinamenti svolti dallo scorso anno sull’intero territorio nazionale, li ha quindi denunciati insieme ad altri sette prestanome per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato.
Tali importi, in virtù della legge 266 del 2005, confluiscono nel Fondo Rapporti Dormienti, istituito dal Ministero dell’Economia per il risarcimento delle vittime di frodi finanziarie.

Un avvocato e un commercialista di origine campana sono gli ideatori della frode scoperta e denominata "Totò truffa" dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Biella che ha riguardato prelievi illeciti su conti correnti e libretti di risparmio cosiddetti “dormienti” per un ammontare complessivo di circa due milioni di euro ai deanni di ignari biellesi. In particolare, gli indagati sono riusciti ad incassare notevoli somme di denaro giacenti su libretti di deposito al portatore “dormienti” attraverso false operazioni di “ammortamento”, una procedura che normalmente consente al legittimo possessore di riappropriarsi di libretti eventualmente smarriti. In tutto sono state denunciate nove persone.
I rapporti di credito definiti “dormienti” sono caratterizzati dall'assenza di operazioni da parte del titolare del rapporto per il periodo di tempo di 10 anni decorrenti dalla data di libera disponibilità delle somme.
I prestanome indagati:
- hanno presentato false denunce di smarrimento per ottenere la “duplicazione” (ammortamento) dei libretti al portatore (quelli, cioè, privi di intestatario);
- hanno redatto falsi testamenti olografi, per riscuotere i depositi nominativi intestati a defunti all’insaputa dei legittimi eredi o comunque a soggetti privi di eredi diretti (per i quali destinatario dell’eredità sarebbe dovuto essere lo Stato).
La Guardia di Finanza, attraverso indagini, intercettazioni e pedinamenti svolti dallo scorso anno sull’intero territorio nazionale, li ha quindi denunciati insieme ad altri sette prestanome per associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ai danni dello Stato.
Tali importi, in virtù della legge 266 del 2005, confluiscono nel Fondo Rapporti Dormienti, istituito dal Ministero dell’Economia per il risarcimento delle vittime di frodi finanziarie.

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